Page 681 - Libro Sacro Monte di Varallo
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do”, costituito da un piccolo disco in marmo bianco, reminiscenza forse delle parole del salmista (73, 12) “Dio che da tanti secoli è nostro re, ha operato la sua salute nel mezzo della terra”, situato nel coro dei Greci, ossia nella parte centrale della Basilica del Santo Sepolcro proprio di fronte all’edicola del Sepolcro di Gesù, non mi pare possa trovare conferma, essendo la sua collocazione perfet- tamente in asse con la porticina d’ingresso al Sepolcro ed esattamente di fronte alla Pietra dell’unzione. Al contrario qui a Varallo la fontana risulta spostata di più di cinque metri verso destra rispetto all’asse del Santo Sepolcro ed a circa quattro e cinquanta rispetto alla Pietra dell’Unzione. Per cui, data la costante ricerca di esatta rispondenza da parte del Caimi, in questo caso del tutto man- cante, l’ipotesi non mi pare sostenibile. Ne consegue che la fontana, esulando nettamente da quel contesto topogra- fico, e quindi dal piano originario del Caimi, deve essere non solo posteriore alla sua morte, avvenuta con ogni probabilità nel 1499, ma di qualche tempo al- meno più tarda. Si può dunque ritenere che risalga all’epoca del suo successore, P. Candido Ranzio, o subito dopo, quando gli intendimenti originari del fon- datore erano stati ormai totalmente abbandonati, ed alla rigorosa rispondenza topografica si andava via sostituendo quella cronologico narrativa. È quanto mai probabile che la fontana debba ricollegarsi urbanisticamente con il portichetto, già esistente nel 1514, che, partendo dalla Pietra dell’unzio- ne. raggiungeva l’attuale cappella di S. Francesco, quindi, passando davanti al Santo Sepolcro ed al Noli me tangere, si conchiudeva in direzione nord, con la cappella di Gesù risorto alla Madre, come abbiamo illustrato in varie puntate negli scorsi anni. Era quella poi la zona dell’attuale Piazza Maggiore più densa di misteri e ricca di frescura per i “vaghi abeti”, mentre lontano e quasi isolato era il complesso del Cenacolo e della Chiesa Vecchia, costituenti la zona del monte Sion, dove ora sorge la Casa del Pellegrino. E che la fontana sia posteriore al periodo del Caimi lo conferma indirettamen- te il Fassola nel 1671, quando ricorda presso il Santo Sepolcro la cisterna, “della quale si serviva il fondatore”, e della quale è segnato ancora il nome su di una lastra di pietra pavimentale dell’attuale portichetto. Egli inoltre ricorda la costruzione dell’acquedotto del Sacro Monte, che fa risalire all’epoca di Emiliano Scarognini, morto nel 1517, indispensabile premessa per l’erezione della fontana. È evidente che l’affluenza sempre crescente di pellegrini e le limitate possi- bilità della cisterna dovevano aver determinato ben presto l’esigenza di erigere una fontana, a cui nel clima profondamente devoto del Sacro Monte delle origi- Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 681