Page 686 - Libro Sacro Monte di Varallo
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contraddistingue la fontana in modo tanto singolare, come un ombrellone, eretto con il compito meramente pratico di difendere la sottostante statua del Christo suscitate dalle intemperie e di proteggere l’acqua della vasca maggiore dall’inevitabile caduta delle foglie dei grandi alberi e particolarmente dagli aghi degli abeti, che fino all’inizio del Settecento ombreggiavano quel settore dell’at- tuale Piazza Maggiore (scomparsi poi nelle vedute della seconda metà del seco- lo), rivela molteplici spunti prettamente gaudenziani, e facilmente recepibili da Gaudenzio. Sebbene la guida del 1514 non faccia cenno al padiglione, ma non lo si può affatto pretendere interessandosi di ben altro, esso deve essere stato progettato e realizzato in un contesto unitario e già lo vediamo raffigurato con estrema chiarezza nella prima veduta panoramica del Sacro Monte nella pala biellese del Lanino, del 1543. Del resto anche le successive guide del secolo Cinquecento non fanno nessun cenno del padiglione. Esso è costituito da 10 falde spioventi, concentriche, orlate da un fregio a frange, e coronato al vertice da un cupolino metallico, pure orlate da frange, sul quale svetta un pinnacolo in pietra, reggente il disco metallico col trigramma bernardiniano IHS. L’idea stessa, assai inconsueta, di coprire e proteggere la fontana con un am- pio, aereo baldacchino, può trovare riscontro in area lombarda (e la Valsesia allora apparteneva al ducato di Milano e rientrava nella sua sfera d’influenza culturale) nella leggera cupola di latta, che sovrasta il cosiddetto “Bagno della Duchessa”, costituito da una vasca quadrata di marmo, eretta dagli Sforza per gli svaghi della corte nel giardino del castello di Pavia, da alcuni attribuita a Leonar- do, molto probabilmente già rovinata almeno in parte dai francesi nel 1499, ed in un altro padiglione di struttura circolare “del giardino della Duchessa”, cioè del giardino ducale di Milano, che per essere opera sicura di Leonardo, doveva aver destato non poca curiosità in quel mondo artistico. L’ampio e comples- so capitolo degli studi di Leonardo sulle fontane, considerate da ogni possibi- le punto di vista, si è andato ampiamente chiarendo con assai recenti studi e sicuramente Gaudenzio giovane, negli anni della sua formazione milanese, ne dovette essere non solo al corrente, ma vivamente interessato. Un altro punto di riferimento può riscontrarsi nella copertura bronzea della Fontana della Pigna nel quadriportico della Basilica Vaticana, verosimilmente nota a Gaudenzio quando fu a Roma. Né da trascurare è il richiamo al recinto ottagonale ad esilissime colonnine, raffigurate nell’arazzo del Mese di Maggio, della serie per casa Trivulzio, su cartone del Bramantino, tessuta a Vigevano tra 686 Cappella - 44