Page 688 - Libro Sacro Monte di Varallo
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cui monumento paradigmatico è il tempietto di San Pietro in Montorio sul Gianicolo, appena eretto da Bramante nel 1502-1503. È una pura coincidenza che, come il tempietto del Bramante è dotato di quat- tro scalini tutti in giro, così pure quatto ne citassero le antiche guide del Sacro Monte per la fontana? Così pure in alzato, come il tempietto è costituito da due volumi cilindrici (di dimensioni minori quello superiore, costituente il tamburo della cupola), così a Varallo la copertura del padiglione è formata da una prima parte più ampia a spioventi e da una seconda, centrale, assai più ridotta a dar corpo al cupolino. Anche per questo elemento, come già per gli scalini, per i saettoni di puntello della vasca, gli sgabelli in pietra, la forma decagonale della coppa, le illustrazioni si sono sempre rivelate imprecise, presentando quasi costantemente una coper- tura piramidale a base molto larga, trascurando il cupolino. È solo nel 1777, nell’incisione del Cattaneo, che per la prima volta la raffigu- razione risulta esatta, col cupolino sormontato dal pinnacolo ed il disco metalli- co col trigramma. Ciò potrebbe determinare il vago sospetto che il cupolino sia stato un’aggiunta, una trasformazione settecentesca. Tuttavia il fatto che a Valduggia, patria di Gaudenzio, il piccolo padiglione sovrastante il portale di ingresso della chiesa di S. Giorgio, ricostruita nel 1536, certo con consigli e suggerimenti di Gaudenzio, se non addirittura su suo pro- getto, presenti anch’esso una copertura in metallo ad andamento ondulato, mi pare avvalorare l’appartenenza del cupolino alla struttura originaria del padi- glione. Unico elemento arcaizzante la chiave di volta, o nodo centrale in legno, di raccordo dei travi, ovviamente sfaccettato in dieci lati, e quindi ancora legate, almeno in apparenza, alla tradizione tardo gotica. Opera dunque irripetibile il padiglione metallico varallese, di cui si può ri- scontrare solo una vaga eco in quello in muratura nella fontana del Sacro Monte di Orta, mentre nessun rapporto si può supporre con i lontani esemplari di No- vacella presso Bressanone e di Einsiedeln in Svizzera. La statua del “Christo Suscitato” Il cuore, il fulcro di questa “cappella sui generis”, che è la fontana, di questa ideale struttura sacra all’aria aperta, è 1’elemento figurativo, costituito in questo caso da un unico interprete: 1a statua del Cristo risorto, che collega così la fon- tana al teatro sacro degli altri luoghi deputati, costituendo, o rievocando, come hanno ripetuto per secoli le guide, il mistero della Resurrezione. 688 Cappella - 44