Page 683 - Libro Sacro Monte di Varallo
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zio sul Monte, ricorda tra esse anche “una fontana, con un Christo suscitato”, e siamo ad appena vent’anni dalla morte del grande maestro, e siccome il rife- rimento a quasi tutte le altre opere a lui assegnate nelle due guide risulta esatto, appare di conseguenza quanto mai attendibile anche quest’ultimo. Si sa inoltre dal Lomazzo nel tardo Cinquecento, e gli studi più recenti lo hanno sempre più chiarito e confermato, che Gaudenzio fu anche architetto (e lo abbiamo ribadito trattando della cappella del Calvario). Quindi quanto scritto nelle due guide del Sesalli viene ad assumere un altro importante valore perché costituisce l’unica notizia quasi contemporanea per una sua opera, alme- no in parte, di architettura. Ed un’analisi stilistica e storico–cronologica porta anch’essa a convalidare l’affermazione del Sesalli. Astraendo per un momento dal contesto delle attuali costruzioni tanto più solenni e talora pretenziose che circondano la Piazza Maggiore, e ricollocando idealmente a fontana tra gli umi- lissimi edifici di quella zona del primitivo Sacro Monte in mezzo ai quali sorse, ombreggiata dagli altissimi abeti, sempre ricordati nelle antiche guide, allora essa riacquisterà quasi per incanto, il suo originario prestigio e di ruolo ideale di perno attorno a cui si sviluppano i vari misteri, i vari episodi, dalla morte alla risurrezione di Cristo, ospitati entro cappellette modestissime. Liberata poi in questi ultimi decenni la grande coppa monolitica dai tozzi e rozzi puntelli di pietra, che da più di un secolo la dovevano rafforzare, snaturan- done però l’elegantissima linea, come si può constatare nelle vecchie fotografie, essa ha riacquistato tutto il suo fascino e la sua originaria snellezza. Fontana non tradizionale Non si tratta più di una fontana del tipo di quelle consuete all’area setten- trionale con la vasca a fondo piatto, legate a moduli medievali, come le fontane di molte città svizzere, della valle di Susa, del castello d’Issogne in valle d’Aosta, e poi di Boves, di Saluzzo, o quella del tardo Cinquecento in Piazza Castello a Torino, e ancora nel Sei e Settecento le fontane dei santuari biellesi di Oropa, Graglia e S. Giovanni d’Andorno. Qui a Varallo ci troviamo di fronte ad un vaso, un catino rinascimentale di chiara ascendenza classica, sormontato da uno minore. Il richiamo più immedia- to appare soprattutto con l’ambiente romano, e Gaudenzio fece il suo viaggio, o i suoi viaggi, nell’Italia centrale ed a Roma nei primi lustri del Cinquecento. Certo dovette notare la celebre fontana della Pigna nell’Atrio dell’antica Ba- silica di S. Pietro e le grandi vasche circolari di età imperiale, più piatte e più larghe, come quella in porfido della Domus Aurea, ritrovata nel 1506, ora nei Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 683
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