Page 702 - Libro Sacro Monte di Varallo
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pure la prima in assoluto di tutto quel popolo di figure che lungo il corso dei se- coli avrebbe dato vita al “gran teatro montano”. Dalla cappella dell’Ascensione proviene anche la Sacra orma dei piedi di Gesù, che reca la data 1488, oggi mura- ta sotto il pulpito di destra in Basilica. Viene logico dedurre che anche la statua lignea del Cristo, posta poco più in lato, debba aggirarsi attorno alla stessa data. Dal punto di vista stilistico, essa, sia per il modo di rendere il panneggio a piani sfaccettati e pieghe spigolose, sia per la tenerezza dolce, raccolta, intima, interiorizzata dell’atteggiamento e dell’espressione, sia per il modo di trattare la barba e i capelli a ciocche e ricci ben ravviati e morbidi, si rivela della stessa mano della cappella delle Grazie ai piedi del Sacro Monte, chiesa e convento donati al Caimi dalla cittadinanza varallese lo stesso 14 aprile 1493 in cui gli venne dona- to il primo nucleo della nuova Gerusalemme. A queste due sculture si devono poi accostare la Madonna della Basilica di S. Vittore ad Intra e la Madonna in piedi nella cappella del Rosario a Varzo nell’Ossola, oltre ad un’altra Madonna che si trovava presso l’antiquario Pozzato nel 2002. Per cui si costituisce così un gruppo di sculture lignee tardo quattrocentesche dello stesso autore, che giusta- mente viene denominato “Maestro della Madonna delle Grazie a Varallo” Così la fontana della Piazza Maggiore, eretta attorno al 1505-1510, si rivela una creazione unica, originalissima del genio poliedrico di Gaudenzio, ma an- che un monumento che attraverso le sue molteplici e singolari vicende, ci ha conservato il più antico documento scultoreo del Sacro Monte varallese. Dal 1984 questa veneranda statua è collocata, come già ripetutamente detto, sul terzo altare di sinistra della Basilica, e sulla fontana è stata sostituita da una replica pure in legno, eseguita dallo scultore Farinoni. Appendice Su mia richiesta, tramite la cortesia del Dott. Franco Cameroni, il geologo Professor Silvano Sinigoi, dell’università di Trieste, l’11 agosto 2012, si recava al S. Monte per osservare la parte lapidea della fontana del Christo Suscitate. Dalla sua attenta analisi risulta che il corpo della grande vasca è rivestito in parte (interno ed orlo) da una malta cementizia con sabbia a grana media. Essa si deve identificare con l’infelice intervento del 1914, che suscitò grande disap- punto dell’allora soprintendente Bertea. Il vaso decagonale è costituito da una roccia eterogenea. Si tratta di Kinzigite in faciomigmatitica, ovvero che ha iniziato a fondere producendo le bande chia- re di composizione granitica. Essa costituisce buona parte del S. Monte stesso ed il suo filone, che raggiunge Crevola, dove è ben visibile, non supera la lunghezza 702 Cappella - 44
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