Page 701 - Libro Sacro Monte di Varallo
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timo decennio del secolo continuarono a ripetere i versi di quelle precedenti, senza modifiche o aggiornamenti, forse neppur sapendo l’editore che l’acqua non fuoriusciva più dalle cinque piaghe, o sperando che il gioco idraulico potes- se presto venir ripristinato. A metà del secolo successivo (1655) lo scultore varallese Gaudenzio Sceti, per incaricaro della Fabbriceria del Sacro Monte, ripara la fontana rovinata dalle intemperie. Appare quindi quanto mai probabile che possa essere stato lui in quell’anno ad operare, e forse anche suggerire la sostituzione della fatiscente sta- tua gaudenziana con quella lignea dell’antica cappella dell’Ascensione da tanti decenni inutilizzata. Ciò risulterebbe in pieno accordo con quanto scriveranno il Fassola nel 1617 ed il Torrotti nell’86. Come noto, la cappella dell’Ascensione era una delle tre prime eretta sul Mon- te, tra il 1486 ed il 93, insieme al Santo Sepolcro ed alla“Capella existente subtus crucem”, come specifica l’atto di donazione della Nuova Gerusalemme, da poco iniziata, da parte della cittadinanza varallese al Caimi il 14 aprile 1493. Quella “existente subtus crucem “doveva ancora essere priva della scena fi- gurata, venendo solo genericamente indicata dal notaio senza un titolo, quasi come puro ed indispensabile riferimento ad un edificio anonimo in quel docu- mento ufficiale. Al contrario, la cappella dell’Ascensione è già definita con la sua denomina- zione esatta. Ne consegue che doveva essere perfettamente individuabile, cioè che era già dotata della scena sacra, o che almeno era già in avanzata fase di al- lestimento, con la statua del protagonista, il Cristo che ascende al cielo, l’unica cappella, con le immagini di Maria e degli Apostoli solo dipinte tutt’attorno sulla parete circolare, come risulta dalla guida del 1514: “ Tonda e dopinta con grande diletto Li apostoli hatorno riguardare A lalto ciel con stabilito effetto Così la matre qua mirando a celo Veder il figlio asceso in bianco velo” E veramente il colore della veste del Cristo, riportato alla luce con i restauri degli anni ottanta del secolo scorso, è bianco, trapunto di stelle d’oro, per cui mi pare si possa concludere che la statua del Cristo in legno ancora oggi esistente, non può non essere che quella originariamente nella cappella dell’Ascensione, passata poi nel Settecento al centro della fontana. Ne consegue che deve essere Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 701
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