Page 698 - Libro Sacro Monte di Varallo
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È la prima volta, credo, che uno studioso ritenga di poter “sgombrare il cam- po”, così, di peso, in blocco, ex abrupto, con assoluta superficialità, senza un minimo ragionamento che dimostri il contrario, o almeno solo una parte del contrario, o che tenti di dimostrare l’opposto, almeno per una parte di quanto risulta da tutti i dati di base innegabili che abbiamo esposto. L’asserzione è apo- dittica, e pertanto priva di qualsiasi rigore scientifico, di qualsiasi seria ricerca filologica. Per poterla accogliere bisognerebbe confutare e smontare in modo critico tutti i dati e tutte le conclusioni a cui siamo giunti in tanti anni. Così facendo si vuole negare quanto affermato con estrema chiarezza dal Sesalli e ripetuto da tutte le guide del Cinquecento, che solo in questo caso avrebbero valore simbolico. Ha dunque un valore simbolico anche quanto scrive nella sua relazione l’Alessi? Così pure quanto riferiranno in seguito il Fassola ed il Torrotti? A parte poi il fatto che le cinque piaghe del Signore non sono stimmate e che è assurdo ipotizzare che nel 1514 fosse già stata collocata sulla fontana una statua lignea, proveniente da un’altra cappella, quando siamo ancora vicinissimi all’epoca delle origini del Sacro Monte per poter già compiere dei cambiamenti e delle sostituzioni. Se la statua originaria fosse già stata di legno non sarebbe stato il caso di sostituirla, dopo pochi anni, con un’altra pure in legno. La statua lignea Il Torrotti negli ultimi decenni del seicento aveva affermato che la raffigu- razione del Cristo Risorto era rappresentata da un’antica statua lignea, cioè da una scultura riutilizzata, quasi con tono spregiativo. Nel tardo ottocento poi lo scrittore inglese Samuel Butler, innamorato del S. Monte di Varallo e di quello di Crea, riconoscendo l’arcaicità della scultura, avanzò l’ipotesi che si trattasse del Cristo già nella primitiva cappella dell’A- scensione, di cui peraltro non conosceva il punto esatto in cui si trovasse. Lo contraddisse nel 1914 il Galloni, sostenendo che la figura rappresenta ve- ramente il Cristo Risorto e che non si poteva fornire alcuna notizia sulla statua dell’Ascensione. Ma, come è noto, in quegli anni non era ancora stata scoperta la guida 1514, fondamentale per capire la situazione topografica del Sacro Monte delle origini. Ora, passando in rassegna tutte le raffigurazioni del Cristo con i segni della passione, citate in questa guida, se ne incontrano quattro: nella cappella di Gesù che appare alla Madre; in quella di Gesù che appare alla Maddalena, o Noli me tangere; nel tempietto di Gesù che appare ai discepoli, o Viri Galilei, e nella cap- pella dell’Ascensione. 698 Cappella - 44