Page 695 - Libro Sacro Monte di Varallo
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plissimi elogi nella guida del 1514 entro la cappella del Santo Sepolcro, ma di cui non si fa più cenno in quelle successive, e che la Brizio giustamente pensava fosse stata anch’ essa dipinta da Gaudenzio, fosse stata eseguita con impostazio- ne simile. Del resto, anche la tarda Resurrezione della Galleria Nazionale di Londra non muta sostanzialmente l’ impianto col grande gioco del lenzuolo, come un enor- me aureola attorno al Cristo. Oltre a questi dipinti, dovuti a Gaudenzio stesso, di non trascurabile lavoro documentario sono i tre piccoli schizzi del “Libro dei Misteri”, che si richiama- no a memoria alla statua, con la figura guizzante del Cristo reggente la bande- ruola, e poi ancora la xilografia di Gioacchino Teodorico Coriolano, intagliata all’ inizio del seicento per la veduta generale della nuova Gerusalemme per la guida del Sacro Monte pubblicata nel 1611, ed ancora l’ incisione con una pa- noramica del Monte, acclusa all’ opera del Fassola (1671), in cui si individua la statua della fontana. E se più libere e fantasiose appaiono le piccole figure, rapidamente abbozzate nel volume dell’Alessi (sempre con le braccia aperte), non meno aderenti alla realtà devono essere anche le altre due, pur molto ridotte di dimensioni, dalle quali risultava tuttavia con chiarezza che a differenza della statua attuale, il Cri- sto presentava un atteggiamento assai più mosso, libero, sciolto, con il braccio destro in parte proteso e sollevato ed il sinistro reggente la solita banderuola, quasi in atto di sollevarsi, come ricordano i versi del Sesalli.- La questione della statua gaudeziana legno, terracotta, metallo? Non è possibile oggi affermare con assoluta certezza in che materiale fosse stata realizzata la statua originaria della fontana, che tutti i ragionamenti ci han- no portato a ritenere di Gaudenzio. Escluderei il legno per l’impossibilità di far passare le tubature (ben cinque) attraverso il fusto e gli arti. Non molto più probabile appare l’ipotesi della ter- racotta, per altro proprio solo in quel giro di anni iniziata ad adottare da Gau- denzio in sostituzione di manichini di legno e stoffa per i personaggi di varie cappelle del Monte. Infatti si tratta di un materiale fragile, particolarmente se esposto all’aperto, agli agenti atmosferici, all’umidità della sottostante vasca, ai gelidi venti del Rosa, alla presenza nell’interno delle tubature e soprattutto ad un facile, quasi invi tante contatto diretto da parte dei pellegrini, sia per devo- zione, che pura, istintiva curiosità, magari anche da parte di qualche balordo malintenzionato. Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 695
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