Page 707 - Libro Sacro Monte di Varallo
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erigere, così prosegue: “e poi si terminerà al Sepolcro della Beatissima Vergine, che al presente si vede eretta, quale è tutto simile a quello nella Valle di Giosafat, ove fu sepolta”. È evidente che solo poco tempo prima, grazie a qualche pellegrino che era stato in Palestina, si era riscoperta la derivazione dal Sepolcro della Madonna a Gerusalemme testimoniato da un’iscrizione sull’esterno del sepolcro varallese. La guida del 1743 Con la guida del 1743, non solo si descrive il tempietto ormai rivalutato,su- bito di seguito alle due cappellette della Valle di Giosafat, assegnandogli nella sequenza dei vari misteri quello di “cappella XLVI”, ma si stampa anche una xilografia che ne riproduce con suggestiva ingenuità l’esterno. Tutte le altre successive guide settecentesche (1751, ecc..) seguiranno quella del ‘43, valorizzando la cappelletta ed illustrandola prima della Basilica dell’As- sunta e della Fontana, descritta per ultima, mantenendole la stessa numerazione e ristampando la xilografia. Identica situazione si ripete per lo più nelle guide dei primi decenni dell’Ot- tocento (rare sono quelle che dimenticano la cappella), riproducendo sempre la solita popolaresca xilografia. Il sacello viene poi ovviamente descritto nelle due più importanti pubblica- zioni – guide dell’Ottocento: quella del Bordiga (1830) con le sue ristampe, e quella del Cusa (1857-63). Vi si sofferma anche con interesse il Butler nel suo “Ex Voto”, tradotto in italiano nel 94. In seguito alcuni testi la ricordano, altri più stringati, la ignorano. Padre Na- tale Apostolo nel 1911 si lamenta che la cappelletta sia troppo dimenticata. La cita ancora per esempio, la guida del 1939, poi per lo più dimenticata, salvo in alcuni casi, come quelli delle guide del 1994, 1995, e quella della De Filippis ormai del 2009. Vi si sofferma anche il Pomi (2008), che però ne tratta dopo la Basilica, sof- fermandosi sulla Valle di Giosafat, come aveva fatto la prima guida del 1514. Ci si trova di fronte dunque ad una stazione che non sempre appare, che non è spesso compresa nel suo vero significato, ma che quasi sempre viene descritta subito dopo la Fontana della Piazza Maggiore. La seconda ragione perché se ne tratti a questo punto del nostro lento e me- todico peregrinare di cappella in cappella, è, come si è accennato perché anche sotto l’aspetto topografico, o urbanistico del Sacro Monte, si trova situata nella zona occidentale, anzi, nel punto più occidentale di tutto il sacro complesso. Sa- Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 707
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