Page 710 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Maria a seppellire”, quasi come una didascalia del dipinto stesso. Ciclo pittorico interno In tutt’altre condizioni invece ci è giunto il secondo ciclo pittorico, quello dell’interno del sepolcro, che per nostra fortuna è tutt’ora perfettamente godi- bile e costituisce una delle più importanti raffigurazioni ad affresco dall’ultimo quattrocento, prima dell’età gaudenziana, non solo in ambito valsesiano e nova- rese, ma anche dell’estrema arte occidentale della Lombardia. Il “mini ciclo”, già sinteticamente descritto nella guida del 1514 “Dove di- scipuli hebero posata e cusi quivi in celo hebe a salire/ Gua di Maria Asumpae el corpo e lalma / A lalto cel la gloriosa palma”, rivela un respiro spaziale, una luminosità che annulla l’estrema limitatezza dello spazio reale. Sullo sfondo chiaro risaltano i gruppi delle figure. L’orchestrazione generale si snoda, si espande dal basso verso l’alto, dalla terra al cielo, con gli apostoli a far da base, da siepe umana a livello del tumulo, disposti in gruppi, parte sulle due brevi pareti laterali, rese più ridotte dagli spazi dell’apertura di sinistra e di un’altra forse preventivata sulla destra, parte poi sulla parete maggiore ai lati della Vergine Assunta. Sono figure profondamente umane, dai gesti misurati, d’una concretezza, d’una solidità tipica del realismo lombardo. Come mai siano solo dieci e non undici, sinceramente non lo so spiegare; forse all’estrema destra uno venne già in antico cancellato per murarvi la bussola per le elemosine. Al centro troneggia la Vergine Assunta, chiara, luminosa, resa più aulica dalla grande mandorla di angeli ed angioletti che la circonda, perno focale di tutta la composizione. Al di sopra, ormai nella curvatura della volta a botte, la incorona l’Eterno Padre dall’ampio manto sospeso a mezz’aria, come un padiglione leg- gero, che richiama motivi iconografici cari al Bergognone. Il gruppo degli angioletti Attorno si sviluppano i gruppi ben noti di angioletti: a destra ed a sinistra le due coppie di quelli slanciati, sottili, già attribuiti mezzo secolo fa dalla Gabrielli a Gaudenzio giovane. Nelle lunette delle sue pareti laterali i due folti gruppi affiatati cantano in coro all’unisono, e poi nella parte anteriore della volta, di fronte al Padre Eterno, tutta la schiera, una vera, celestiale orchestra dei biondi angioletti biancovestiti, quasi privi di peso, suonano in uno straordinario con- certo i più vari strumenti musicali: trombe diritte, organo portativo, strumenti ad arco, liuto, arpa, flauto ad una mano, tamburo, quasi una lontana premessa, uno spunto, anteriore d’un quarantennio al turbinante affresco del coro angeli- 710 Sepolcro della Madonna