Page 713 - Libro Sacro Monte di Varallo
P. 713
così recita: “QUESTO S.TO SEPULDRO DELLA VERGINE SANTISS.MA È TUTTO SIMILE A QUELLO IN GETHSEMANA DI GIERUSALEMME COSI VIEN CERTIFICATO DA MOLTI FEDELI CHE HANNO VISITATO QUELLI LUOGHI SANTI”. È un caso l’unico nel contesto delle cappelle varallesi; è un documento non solo curioso, singolare, ma altamente significativo. A quando risale? Chi mai avrebbe potuto conoscere così bene, così puntualmente i Luoghi Santi, da poter attestare in modo tanto sicuro la corrispondenza esatta tra i due sepolcri? Esiste solo la Sacra Orma del piede del Signore, già nell’originaria cappella dell’Ascen- sione (un tempo esistente sul Monte Oliveto, ove ora sorge la Trasgurazione), adesso conservata nella Basilica dell’Assunta sotto il pulpito di destra, datata 1488, con la scritta che certifica d’essere stata rilevata con esattezza da quella del Monte Uliveto di Gerusalemme, risalente quindi all’epoca del Caimi. Confer- ma ribadita poi anche nella guida del 1514. La scritta del Sepolcro della Madonna invece, non risale all’origine della cap- pella, non è un attestazione del fondatore del Sacro Monte, ma una conferma, una constatazione di epoca assai più tarda, quasi una vera sorpresa, una scoperta imprevista da parte di “molti fedeli” che erano stati in Terra Santa. La cornice del cartiglio, mistilinea, con svolazzi arricciolati, è tipica del pieno Seicento. Non si può quindi pensare a pellegrini del Cinquecento, che siano stati tanto in Palestina che a Varallo, dei quali in realtà conosciamo soltanto S. Angela Merici, che venne due volte al Sacro Monte: nel 1529 e nel 32. Bisogna dunque passare al secolo successivo, in cui tra i “molti fedeli” che furono an- che in Terra Santa e che visitarono anche il Sacro Monte, l’unico a cui si possa pensare è un personaggio rilevante e quanto mai qualificato al riguardo: il quasi conterraneo P. Tommaso Obicini. Nato infatti a Nonio, sul Lago D’Orta, poco al di là della Colma d’Arola, nel 1585, fattosi francescano, fu a Gerusalemme ad iniziare dal 1612. Nel 20 venne nominato custode di Terra Santa, ove ottenne i resti della Casa di Nazaret, recuperò la casa natale di S. Giovanni Battista ad Ain Karem e vi fece erigere una chiesa dedicata alla Vergine con un convento. Rientrato in Italia nel 1622, soggiornò a Venezia; nel 28 ritornò a vedere il suo paesello natale, per Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 713