Page 717 - Libro Sacro Monte di Varallo
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re altre, che a me ora sfuggono. Questa la situazione al giorno d’oggi, per la quale è certo difficile riuscire a trovare una soluzione di rilancio, di “riqualificazione”, sicuramente non ottima- le, ma almeno soddisfacente per il futuro. Ubicazione della cappelle Perché il tempietto della Dormitio Virginis sia stato eretto sul ciglio di un dirupo, in uno spazio tanto esiguo, in un punto così nascosto e periferico del “super parietem”, oltre che straordinariamente ardito, singolare e pittoresco, lo si è già ampiamente intuito. Non fu ovviamente per creare un qualcosa di unico, sorprendente, curioso, affascinante, indimenticabile, di grand’effetto. La ragione è un’altra. Il Caimi, nella sua grandiosa impresa di ricreare la topografia dei Luoghi San- ti nella Nuova Gerusalemme varallese, aveva individuato i nuclei essenziali della a Città Santa con: 1 , la zona del Monte Uliveto (dall’attuale Monte Tabor a tutto il rilievo roccioso, poi in parte eliminato o conglobato nel complesso del a Palazzo di Pilato); 2 ,quella del Monte Sion (ove oggi sorge l’Albergo del Pelle- a grino e la retrostante residenza degli Oblati); 3 , quella della Basilica del Santo Sepolcro, comprendente la cappella della Crocifissione e le sottostanti cappelle a della Deposizione, della Sindone e del Santo Sepolcro; 4 , la Valle di Giosafat o del Cedron, costituita dall’avvallamento naturale situato tra il Santo Sepolcro e la parte più occidentale del Monte degli Ulivi. Tale avvallamento, digradante da est ad ovest, lungo non più di una sessantina di metri, iniziava nella parte più occidentale della attuale Piazza Maggiore per sfociare nel dirupo del “super parietem” verso la valle del Mastallone. In questa nuova Valle di Giosafat varal- lese, necessariamente di ridotte dimensioni, trovarono posto, ad imitazione di Gerusalemme, secondo il progetto del Caimi, i due Sepolcri di Gioacchino ed Anna, lungo la discesa, ed al fondo, il Sepolcro della Madonna, o cappella della Dormitio Virginis, come recita con chiarezza nei suoi versi la guida del 1514. Ri- ferimento diretto, puntuale, dunque, a Gerusalemme, ma in un contesto quanto mai più ristretto, limitato nello spazio, che ha condizionato il Sepolcro della Ma- donna al limite estremo del Monte verso occidente. La Valle di Giosafat così ottenuta, subiva già però la prima notevole alterazio- ne all’inizio del Seicento, affievolitosi o quasi scomparso il ricordo del rapporto con l’analoga valle gerosolimitana, quando venne travalicata dal grande loggia- to, che chiude al fondo la Piazza Maggiore, o Piazza Giovanni Paolo II, ristretta, quasi strozzata in quel punto entro i limiti del grande arco sottostante alla log- Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 717
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