Page 716 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Maggiore con i percorsi d’accesso alla teleferica. Sesta ragione: soprattutto determinante in modo negativo fu la realizzazione del collegamento alla stazione superiore della teleferica nei primi anni trenta del secolo scorso, con il totale sconvolgimento di quella zona occidentale del Mon- te, abbattendo le due cappellette, dette del Paradiso, originariamente sepolcri di Gioacchino ed Anna e la conseguente cancellazione della stradetta rettilinea in discesa verso il Sepolcro della Madonna, annullando così per sempre ciò che rimaneva ancora dell’originaria Valle di Giosafat, che iniziava nella Piazza Mag- giore, tra il Palazzo di Pilato e la Fontana, per scendere, attraverso l’arcone del loggiato, in direzione da est ad ovest. Veniva invece realizzata la nuova strada da nord a sud per collegare la stazione superiore della teleferica con il complesso delle cappelle. Tutta l’originaria urbanistica di quella importantissima zona del Monte veniva cancellata per sempre. Settimo motivo: tutta questa trasformazione costituì un drastico taglio, una separazione netta e definitiva della cappelletta della Dormitio Virginis dal con- testo complessivo del Sacro Monte, con per di più l’erezione, quasi addossata, del muraglione di sostegno della nuova strada diretta alla teleferica, nascon- dendo quasi completamente l’umile edificio sacro allo sguardo dei passanti e rendendo quasi impossibile l’accesso attraverso una scaletta in pietra, ripida, estremamente angusta, appena sufficiente per il passaggio di una persona, de- terminando di conseguenza l’inagibilità a pellegrini e visitatori. Ottavo motivo: a tutto ciò si deve aggiungere all’inizio degli anni sessanta del secolo scorso, lo strappo dei preziosi affreschi interni del tempietto, i più antichi rimasti di tutto il Sacro Monte, deciso dall’allora Soprintendente alle Gallerie del Piemonte, Noemi Gabrielli, per l’umidità che li danneggiava, determinata in gran parte dalla situazione creatasi in seguito alla costruzione del muraglione di sostegno della nuova strada, troppo addossato all’antico edificio, e con la collocazione dei dipinti nella Pinacoteca di Varallo. L’interesse maggiore per l’ormai emargi- nato tempietto, veniva così a mancare. La quattrocentesca cappelletta, uno dei pochi cimeli superstiti dell’originaria Nuova Gerusalemme Varallese,veniva in tal modo depauperata, svuotata, ridotta ad un puro involucro, ad una sempli- ce testimonianza archeologica, muraria, di indubbio, altissimo interesse per gli studiosi del Sacro Monte e dei Sacri Monti, ma totalmente privo di attrattiva,di curiosità e di interesse religioso per la quasi totalità dei visitatori. Queste le ra- gioni che mi paiono più evidenti per la graduale, progressiva emarginazione del sacello della Dormitio Virginis dal contesto generale della ghirlanda di cappelle della Santa montagna varallese. A queste ragioni forse se ne potranno aggiunge- 716 Sepolcro della Madonna