Page 718 - Libro Sacro Monte di Varallo
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gia, che oggi pone in comunicazione la Piazza stessa con la zona in cui negli anni Trenta del Novecento venne realizzata la stazione superiore della teleferica. Una chiara veduta dell’inizio, dell’imbocco o primo tratto della valle sulla spianata del vasto piazzale della Basilica è ancora ben visibile in alcune illustrazioni tardo settecentesche della Piazza. Il prototipo è l’incisione di Gerolamo Cattaneo del 1777, ripresa poi in alcune xilografie anche all’inizio dell’Ottocento. La “valle” appare come un trincerone, che da zero s’infossa entro l’arco delimitato sulla destra dall’edificio del Palazzo di Pilato o più precisamente dalla parete esterna della “Scala Santa col sovrastante loggiato e dalla parte tergale della Salita al Pre- torio, e sulla sinistra dai gradini della Fontana del Cristo Risorto. Drastica riduzione della Valle di Giosafat Una seconda drastica alterazione o riduzione della Valle di Giosafat si ebbe all’inizio dell’Ottocento col totale riempimento della sue parte iniziale per uni- formare tutto il livello della piazza Maggiore, essendosi perso ormai da secoli il rapporto iniziale con Gerusalemme. Tutta la prima parte della Valle di Giosafat veniva cosi per sempre cancellata. Penultimo atto, penultima cancellazione di ciò che ancora rimaneva della Valle venne attuato poco più di ottant’anni or sono, quando nonostante gli studi del Galloni e la riscoperta da parte del Durio della prima guida del Sacro Monte, quella del 1514, non ci si era ancora resi conto di quello che era la Nuo- va Gerusalemme delle origini,del suo singolare valore religioso, dell’aver voluto riprodurre in occidente la Terra Santa e quindi anche della sua importanza sto- rica ed archeologica. Allora, per evitare la penitenziale salita ai pellegrini mo- derni, per realizzare la stazione superiore della teleferica, veniva pesantemente sconvolto quanto rimaneva del secondo tratto della Valle di Giosafat, per creare rampe d’ accesso e di collegamento tre la nuova stazione ed il percorso delle cappelle. Veniva eliminata l’antica strada in discesa, venivano abbattute e can- cellate per sempre le due cappelle a mezzo il percorso, già sepolcri di Gioacchino ed Anna, di cui si era perso ogni logico rapporto con l’intera sequenza di tutto il ciclo dei vari misteri della Nuova Gerusalemme varallese, e si salvava solo all’e- stremità inferiore dell’ex Valle di Giosafat il sepolcro della Madonna, sia per la sua antichità, risalente al periodo iniziale di tutto il sacro complesso, sia per l’importanza dei suoi cicli di affreschi, tanto esterni, quanto interni, sia ancora per l’arditezza affascinante e veramente sorprendente e pressoché unica della sua ubicazione sull’orlo del baratro. Ultimo capitolo, ultima tappa della infausta storia della Dormitio Virginis 718 Sepolcro della Madonna