Page 709 - Libro Sacro Monte di Varallo
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denziana in Santa Maria delle Grazie, mentre sul terzo riquadro, sovrastante l’apertura o finestrella, dalla metà del Seicento circa, campeggia la già citata scritta che certifica la perfetta somiglianza di questa cappelletta con il sepol- cro della Madonna a Gerusalemme. Ma inizialmente tutta la parete doveva esser decorata a specchiature a finti marmi, come era a Gerusalemme, dove è stato ritrovato lo zoccolo in marmo che corre lungo gran parte del perimetro esterno dell’edificio. Sulla parete est ritorna la decorazione architettonica alle estremità con le lesene scanalate sorreggenti capitelli corinzi, a formare una nobile cornice attorno all’affresco che si sviluppa su tutta la parete, purtroppo ridotto or- mai ad una pallidissima ombra. Esso, come ha potuto ancora riconoscere il Bossi trent’anni or sono, rappresenta il trasporto del corpo della Vergine al sepolcro, o sepoltura della Vergine, come narrano i vangeli apocrifi e come a volte venne raffigurato anche in pittura. Ne è per noi un esempio molto significativo quello che compare nella predella della pala dell’Assunta nella Basilica di S. Sebastiano a Biella, dipinto da Bernardino Lanino nel 1543, in cui il pittore deve essersi certamente ricordato dell’affresco del Sacro Mon- te, ove già era salito, perché nello sfondo della pala centrale con l’Assunta compare, guarda caso, la più antica veduta del Sacro Monte che si cono- sca. Nell’affresco della Dormitio Virginis si intravvede ancora sull’alto la Madonna distesa sul cataletto, rivolta da destra a sinistra, ed al di sotto, a sorreggerla, alcuni apostoli, tra i quali, di uno si può distinguere la testa ben modellata, con folta barba e capelli ondulati, ben ravviati, mentre degli altri due si evidenziano particolarmente le aureole, mentre le teste risultano assai ben più deperite. Il sacello, strutturalmente semplicissimo, era stato, fin dall’origine rivestito di affreschi, tanto all’interno, quanto all’esterno. Ci si trovava quindi di fronte a due distinti cicli pittorici. Quello esterno, ridotto in pessimo stato da più di cinque secoli di esposizione alle intemperie, all’umidità ed allo scarso rispetto, costituiva quindi il richiamo immediato, il punto di riferimento per il pellegrino che percorreva in discesa la scalea, per indicargli che quello era il Sepolcro della Madonna e nello stesso tempo per invitarlo quasi ad unirsi al corteo funebre. Si tratta dunque di un soggetto, se vogliamo scontato, logico per la cappella, ma anche di sicuro, immediato effetto psicologico, purtroppo non più godibi- le, già evocato con chiarezza nella prima guida del Monte (1514) nei due versi iniziali del “capitulo” dedicato alla Dormitio Virginis “dove portata el corpo di Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 709