Page 675 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Passione di nostro Signore e specialmente l’agonia nell’horto e la sacra sepoltu- ra, principio e fine della santa Passione». E questo confermò con i fatti nelle sue ripetute meditazioni varallesi. Per primo il Bascapè, suo discepolo e futuro vescovo di Novara, a pochi gior- ni dalla morte del Santo, in una sua lettera al vescovo di Piacenza, in cui nar- ra minuziosamente gli avvenimenti degli ultimi giorni di S. Carlo, riferisce che «senctiva gusto speciale del misterio del glorioso sepolchro, et quando né capella, né imagini haveva, le quali propriamente si confacessero con ciò ch’egli haveva a meditare, si riduceva sempre al sepolchro: da quello traheva più divoti et più rari concetti et sentimenti; et quando, dato ordine di dover partire, già tutta la famiglia discendeva dal monte, accortisi che il Cardinale mancava, et qua et là ricercatolo, lo trovarono, che unafemìna lo disse, pure intorno al benedetto sepolcro». Segue la guida del Sacro Monte edita nel 1589 nel confermare che S. Carlo era solito pregare presso il Santo Sepolcro. Anche il Possevino nella sua biogra- fia del Borromeo, pubblicata nel 1591, ricorda che «Fra tutte le altre Capelle di quel santo monte, egli sentiva gusto speciale del Mistero del glorioso sepolcro, et in quello faceva più prolisse orazioni». E l’anno successivo gli farà ancora eco il Bascapè ripetendo con poche varianti ciò che già aveva scritto, ricordando «il piacere che egli riceveva dai discorsi e dalla meditazione sulla morte e sulla sepol- tura del Signore, e soprattutto dalla vista e contemplazione del suo Sepolcro». E poco oltre, sempre nel suo libro sulla vita di S. Carlo, riferirà nuovamente il toccante episodio dell’ultimo distacco del Santo dalla cappella del Sepolcro la mattina del 29 ottobre 1584 «Mentre (per i tanti impegni che lo attendevano) si stava allontanando dal monte, entrò di nuovo nella cappella del Sepolcro del Si- gnore. I compagni erano quasi arrivati ai piedi del monte stesso, quando s’accorsero della mancanza di Carlo: ritornati indietro, lo ritrovarono in quel posto» («Dum igitur... a monte discenderet; ita rursus sese in locum Dominici sepulchri abdidit; ut comites, cum fere descendis-sent, tum demum Carolum deesse animadvertentes, in eo loco invenerint»). Anni dopo anche il Giussano nella sua vita di San Carlo conferma che «Seb- bene egli avesse lunghissime meditazioni in tutti i misteri di quel sacro momte, si trovò nondimeno più prolisso in due particolarmente, in quello dell’orazione nell’Orto e in quello del S. Sepolcro; ed anche più assiduo in questo, parendo che quasi non se ne potesse staccare, come che vedesse vicino il suo fine e l’ulti- ma ritirata allo stesso sepolcro, ovvero che non avesse più altro gusto che di pen- sare alia morte ed alla sepoltura, bramando di scioglersi ed unirsi con Cristo». Ed un po’ più avanti, riprendendo il Bascapè, continua «Diede adunque Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 675