Page 674 - Libro Sacro Monte di Varallo
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serva anche “in un ben adorno tabernacolo una particella della croce sacrosanta di Cristo e se ne fa solenne il giorno dell’invenzione di santa Croce, come pure in tutti i Venerdì di Quaresima, essendovi in detti giorni devota processione, eruditi discorsi…”. Non si tratta più di un’opera d’arte meritevole di essere segnalata, che da pre- stigio al luogo sacro, ma di una reliquia preziosa, di prima classe. La sua presenza non ci deve stupire, non è una novità, ma risale all’epoca dello stesso fondatore. Il Fassola elenca molte reliquie nella Cappella del Calvario entro una cassetta “che si puonno toccare con corone, ed altri instrumenti simili di divozione per mez- zo d’un ferro…. “. Aprono la serie quelle “della croce vera, dove Cristo fu affisso, della colonna dove fu flagellato…”. Queste due prime reliquie erano originariamente collocate nella cappelletta che conchiudeva il portichetto antico del santo sepolcro, già descritta nella gui- da del 1514, nota come la cappella dove Gesù risorto appare alla Madre, conte- nente appunto le reliquie della Croce e della Colonna in due finestrelle laterali: Ne luna ce de la sancta colonna Ne laltra de la croce qua si noma. Ma nel 1671 quando il Fassola pubblica il suo testo, quel tratto di portichetto e la cappelletta, erano già state abbattute. Quindi è plausibile che le due reliquie siano state trasferite nella cappella della Crocifissione. Eretto il nuovo orato- rio del Santo Sepolcro, circa un quarantennio dopo quel forzato trasferimen- to, molto probabilmente quella reliquia della Croce viene sistemata nel nuovo edificio “in un ben adorno tabernacolo” ove è ancora ricordata nella guida del 1843. In seguito, per prudenza, o non officiandosi quasi più nell’oratorio, la reliquia deve esser stata trasferita presso la Basilica. Infatti tra i vari reliquiari di cui è dotata, vi è anche quello in argento, o in rame argentato, del primo set- tecento, contenente un piccolo frammento della croce. Se le antiche guide con l’espressione “ ben adorno tabernacolo” si riferissero al reliquiario o ad un vero tabernacolo, non è facile capire. Se era un vero tabernacolo non poteva trattarsi che di quello dello stesso altare perché di un altro non c’è traccia, né si può capi- re dove potesse esser collocato. • La statua di san Carlo presso il Santo Sepolcro È assai noto che S. Carlo rivelò sempre un particolarissimo culto per la passio- ne del Signore e per il sepolcro, come ebbe a dire Egli stesso al Padre Francesco Panigarola «lo sento gran consolatione in occasione di malattia contemplare la 674 Cappella - 43
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