Page 672 - Libro Sacro Monte di Varallo
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per la sua tela donata all’Oratorio del Santo Sepolcro non si rivolge anche lui al Grassi? Probabilmente doveva avere dei rapporti con l’ambiente milanese e può aver conosciuto il giovane e promettente pittore Antonio Lucini, certo meno impegnato del Grassi, incaricandolo quindi del nuovo quadro. Le notizie sul pittore iniziano esattamente nel 1702, tanto che il dipinto varallese risulta per ora uno dei primi che di lui si conoscano insieme al ritratto di Alessandro Visconti all’Ospedale Maggiore di Milano, pagato proprio nel 1702. Il nome del Lucini potrebbe però anche essere stato suggerito al Perdomi dal pittore e decoratore Francesco Leva, pure lui milanese, che nell’arco di quegli anni sta decorando il nuovo portico del Santo Sepolcro. Per la Valsesia il Lucini dipingerà ancora nel 1715 l’Immacolata con i santi Giovanni Battista e Giovan- ni Evangelista della parrocchia di Foresto e siamo nei dintorni di Borgosesia. Al- cune altre opere eseguirà nella diocesi novarese: un S. Giuseppe con Gesù Bam- bino nel 1729 per il Duomo di Novara, ora nel museo civico, ed un’Educazione della Vergine per la collegiata di Intra. Gli ultimi dati che lo riguardano sono del 1733. Contemporanee alle quattro tele sono le decorazioni affrescate attorno, a far da cornice ai quadri e gli altri motivi ornamentali dell’Oratorio, della Sacrestia e del portico, dovute al Leva, come si è appena accennato, che lavorerà poi ancora per le decorazioni della chiesa maggiore, l’attuale Basilica. L’organo La guida del 1704, tanto ricca di dati, ricorda poi anche “ l’organo per il decoro del santuario, ed accompagnamento delle Fontioni, e questo pure venne donato dal sig. Carlo Felice, e sig. Abbate Cremona di Milano”. Lo strumento, di mo- deste dimensioni, per poter essere adatto all’ambiente, con la sua pregevole casa in legno, dipinta a motivi decorativi, forse dovuti anch’essi al Leva, ha tutta una sua storia. Già nel 1718 è documentato un primo intervento da parte dell’orga- naro Carlo Brunello di Milano, attivo in Valsesia dagli anni 80 del seicento. Nel 22 sono necessarie delle riparazioni; nel 66 viene sottoposto ad una nuova revi- sione; nel 1806 intervengono gli organari Velatta della Moglie di Cellio. Poco dopo, nel 1809, si effettuano delle riparazioni da parte dell’organaro valsesiano Defendente Ragozzi; nel 1871 è la volta di Natale Cesa, organaro originario di Cervarolo. Dopo un lungo periodo di trascuratezza e di abbandono all’ini- zio del terzo millennio viene compiuto un radicale intervento restaurativo per ripristinarlo e renderlo perfettamente funzionante per iniziativa del rettore p. Giuliano Temporelli. Quindi nel 2008 questo prezioso strumento che risulta uno dei più antichi oggi esistenti in Piemonte viene trasferito in Basilica per po- 672 Cappella - 43