Page 667 - Libro Sacro Monte di Varallo
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chiesuolo) del Santo Sepolcro per l’acqua che colava dal tetto di detta cappella”, come scrive il Galloni. Scompare così purtroppo senza alcun rimpianto per allo- ra, una testimonianza tra le più significative dei primi decenni del Sacro Monte e della fase giovanile, tanto lacunosa, dell’attività di Gaudenzio. La guida del 1704 afferma che la cappella della Maddalena si ricostruirà “in altro sito”, segno che vi era già tutta l’intenzione di abbatterla. Chi sia stato l’ideatore, il progettista ed il realizzatore di tutta la trasforma- zione del complesso edilizio riguardante il Santo Sepolcro, non ci è stato tra- mandato con certezza. Nella guida del 1704,a proposito delle quattro tele in- quadrate nelle pareti, di cui si tratterà, è scritto che “l’architettura che vagamen- te corrisponde alle immagini (cioè alle sagome mistilinee delle tele) fu dipinta dal mentovato Francesco Leva di Milano”, in precedenza citato come autore delle decorazioni del portico (allora assai lodate, ma svalutate poi nel primo no- vecento dal Galloni). Nel tardo settecento e nella prima metà dell’ottocento, ad iniziare dal Bartoli, si è equivocato sul temine “architetto”, ritenendo che il Leva fosse l’autore, non dell’architettura, ossia dell’inquadratura o cornice dei dipinti, ma di tutta la nuova struttura architettonica dell’oratorio. È augurabile quindi che un accurato controllo dei documenti superstiti di quegli anni nell’archivio del Sacro Monte possa un giorno rivelarci il nome dell’architetto o anche solo del valente capomastro. All’oratorio, alla sacrestia ed al portico bisogna poi anche aggiungere il campaniletto. Più incerta e non documentata è la costruzione di questa struttura, di cui mi pare nessuno finora si sia interessato. La sua presenza è necessaria per dare completezza non solo al nuovo assetto del Santo Sepolcro, ma a tutto il Sacro Monte. Il campanile della Basilica sorgerà solo nel 1770. Si innalza quindi dietro alla cappella di S. France- sco, esile e slanciata, la torre campanaria, scattante sull’angolo del loggiato che collega il Palazzo di Pilato con Casa Valgrana, subito prima della lunga rampa che discende verso la cappella della Salita al Calvario. La sua cella campanaria campeggia al di sopra del tetto del loggiato, come si può osservare assai bene sia nella veduta della Piazza Maggiore del 1777, sia in varie altre ottocentesche che colgono nell’insieme tutto il Sacro Monte, alcune di Clemente Rovere, per esempio (1847)), prima che i successivi, irrispettosi interventi edilizi della se- conda metà del secolo XIX tutt’attorno quasi lo soffochino. Se la costruzione del campaniletto risalga anch’essa all’inizio del settecento o a qualche decennio dopo, non si sa. Di certo le guide della prima metà del secolo parlano solo di una campana o di due campane. Intanto il nuovo oratorio viene a costituire ben presto un notevole richiamo, Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 667