Page 665 - Libro Sacro Monte di Varallo
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per cui deve evidenziarsi anche con imprese dispendiose, ma di particolare riso- nanza, come tradizione di famiglia. Pur essendo di Borgosesia, non esita quindi, insieme al fratello, a dimostrare il suo mecenatismo verso il Sacro Monte, centro spirituale di tutta la valle, in questa occasione, ma lo farà anche in futuro. Nel 1709 otterrà l’erezione in contea del feudo di Solarolo. Il complesso architettonico Per erigere il nuovo oratorio di fianco al Santo Sepolcro tra il 1700 ed il 1702, come si è visto, vengono atterrati i due più piccoli vani della “fabrica sibi conti- gua” alla destra del Sepolcro stesso. Si ottiene così un’area relativamente ampia, delimitata verso sud dal Santo Se- polcro, verso nord dalla piccola cappella gaudenziana del “Noli me tangere”, e verso ovest dall’arioso loggiato che chiude la Piazza Maggiore, loggiato nel quale viene conglobato un tratto del piano terreno, che viene a far parte della nuova aula sacra. Questa non segue lo schema consueto di un oratorio, di una cappella, costitu- ita da navata e presbiterio in senso longitudinale. Assume invece una planime- tria rettangolare, con i due lati lunghi rivolti da est a ovest, e ponendo l’altare a metà di uno di questi lati, quello confinante con il Santo Sepolcro. Il piano del pavimento viene abbassato rispetto a quello preesistente per dare maggior respiro in altezza all’aula, altrimenti eccessivamente bassa in rapporto alla sua superficie, e viene poi lastricato, come ricorda il Galloni nel 1914, sfruttando “le quadrelle di marmo bianco e nero della pavimentazione (che) furono tolte dalla Cappella primitiva della Cena (oratorio degli Esercizi Spirituali) ove ne rimane ancora qualche parte”. Il vano risulta scompartito da due colonne per sorreggere le strutture sovra- stanti, costituite ad ovest da un tratto dello spazio sottostante al loggiato e nella zona rimanente da uno spazio su cui erigere in un secondo tempo parte di una futura Cappella della Risurrezione, che avrebbe dovuto sovrastare anche il San- to Sepolcro, ma che non verrà mai realizzata. L’interno del nuovo oratorio risulta così scandito in sei campate, ognuna ri- coperta da volte: tre campate fiancheggianti il Sepolcro e tre verso nord, ossia dal lato che guarda verso il palazzo di Pilato. Di queste sei campate, la prima (quella d’ingresso) e la seconda (adiacente alla cella del Sepolcro) corrispondono, anzi, combaciano sostanzialmente con l’area occupata in precedenza dai due piccoli vani dell’epoca del Caimi (di cui il primo era il “Luoco per orar”) già costituenti il piano terreno della “Fabbrica… contigua” al Santo Sepolcro. Ne consegue che Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 665
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