Page 663 - Libro Sacro Monte di Varallo
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mente precedenti. Si viene così a sapere con esattezza che l’attuale Oratorio del Santo Sepolcro venne iniziato nell’anno 1700 e terminato verso il 1702. Per quest’impresa dovettero venir abbattute, forse già dal 1699, o all’inizio del 1700, le due stanzette alla destra del Sepolcro, cioè quelle costituenti il piano terreno della “fabrica sibi contigua”, e di conseguenza anche le due sovrastanti, facenti parte degli ambienti abitati dal Padre Bernardino Caimi, dove, stando alla tradizione, dovrebbe essere deceduto e dove risiedettero i frati fino ai 1577 secondo il Bordiga. Si perdeva così una delle testimonianze più sacre dell’intero complesso. Ma perchè si giunge ad una tale radicale trasformazione? Molto pro- babilmente da tempo ci si era resi conto che il piccolo ambiente, situato subito alla destra dell’anticamera antistante al Santo Sepolcro, ossia “il luoco per orar” della guida del 1514, non poteva più rispondere al suo scopo. Era molto angu- sto, ma soprattutto non corrispondeva allo scopo, non permetteva di vedere il Sepolcro e la statua di Gesù deposto; non ne permetteva di conseguenza un vero rapporto comunicativo dopo aver peregrinato con fatica fino a quel sacro luo- go. Era in sostanza un vano anonimo, squallido, secondario, tanto che le guide successive a quella del 1514 lo tralasciano, non lo nominano più. Era necessario un ambiente di maggior ampiezza, più decoroso, soprattutto in diretta relazione con il Sepolcro ed in cui si potesse non solo pregare ma anche assistere alla ce- lebrazione delle sacre funzioni con l’erigervi un altare, senza dover retrocedere alla cappella di San Francesco. Elenco dei benefattori La preziosa guida, direttorio, del 1704, riporta anche l’elenco dei principali be- nefattori che contribuirono all’impresa con “elemosine considerevoli”, ad ini- ziare dal varallese dottor Silvestro Alberganti, che ebbe l’onore di porre la prima pietra del nuovo oratorio (onore concesso tradizionalmente a chi era stato l’of- ferente più munifico), per proseguire con suo fratello Capitano Giacomo Al- berganti “che unitamente con esso fece fabbricare anco la Cancellata. di marmo fini” (ossia la balaustra). L’elenco continua con altri illustri personaggi varallesi e borgosesiani: Capitano e Dottore in Legge Giovanni Battista Rachetti, sinda- co apostolico de’Padri Riformati, suo fratello Don Giuseppe Antonio Rachetti, la cognata “Lucretia Rachetta Castellana”, vedova del loro fratello Benedetto; i fratelli Giovanni e Giuseppe Castellani di Borgosesia, che donano anche due dei quadri dell’Oratorio. La guida ricorda inoltre che “Fu pure abondante l’elemo- sina, che si raccolse per le Case del Borgo di Varallo...” e che nel 1703 venivano rifatte le due campate del portico antistante alla cappella di San Francesco e del Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 663