Page 658 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Piazza Maggiore ed ora in Basilica, pensavo che potesse essere una delle prime, o forse anche la prima testimonianza di Gaudenzio scultore sul Sacro Monte, che ancora non aveva adottato le capigliature realistiche di crine. Altre domande restavano allora prive di risposta: se cioè il volto era quello originale applicato sulla testa rifatta, o era anch’esso rifatto, come mi sembrava più probabile, e se sotto il perizoma di stoffa ve ne era uno scolpito. Concludevo auspicando che la statua potesse venir studiata in modo più approfondito, togliendola per qualche tempo dal loculo. Dopo di me nell’85 la Stefani Perrone, riconoscendo il “livello qualitativo altissimo” della scultura, l’assegnava anch’essa a Gaudenzio, ammirandone so- prattutto la drammaticità del volto, ritenendola però originariamente un Cro- cifisso adattato in un secondo momento a Cristo deposto (idea accettata nella stessa pubblicazione dal Testori, rifacendosi in ciò a quanto aveva scritto il Con- tini in una relazione riguardante l’intervento restaurativo operato nel 1945-46 dai fratelli Bacchetta). Riteneva quindi si trattasse della statua scolpita da Gau- denzio nel 1528 (!) per la cappella della Crocifissione, in seguito trasformata in un Cristo deposto. Concludeva dicendo “Recentemente il Debiaggi ha ripropo- sto la tesi del Contini”. È evidente che non aveva letto il mio testo, perchè nella nota 36 scrivevo:“È opinione diffusa, ma suffragata da nessuna testimonianza scritta, che la statua del Cristo del Santo Sepolcro fosse originariamente un Cro- cifisso a cui in seguito sarebbero state sostituite le braccia. Ma la posizione delle membra è quella tipica di un corpo disteso e non di un crocifisso”. Recente restauro In questi ultimi anni la Riserva del Sacro Monte ha provveduto ad un appro- fondito ed attento restauro (2006-2008) della statua lignea, eseguito dalla mano esperta di Fermo De Dominici, che ci ha restituito un’opera con caratteristi- che in parte diverse da quelle che conoscevamo. Ne sono emersi alcuni fonda- mentali chiarimenti ed anche dei nuovi problemi. L’aspetto accentuatamente drammatico ha ceduto il posto ad uno più disteso e lievemente più arcaico. La statua, ridipinta numerose volte nel corso dei secoli dopo alcune bruciature che avevano rovinato in parte il colore originario a causa delle fiaccole e delle cande- le per illuminare l’angusto vano, è stata riportata al primo strato di ridipintura cinquecentesca. Rimuovendo capigliatura (parrucca) e barba naturale e corona di spine, aggiunte in epoche successive, è riemersa la testa originaria, che non era stata sostituita, come io avevo supposto, ma solo mascherata accentuandone l’effetto drammatico. 658 Cappella - 43
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