Page 645 - Libro Sacro Monte di Varallo
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L’interno dell’originaria, costruzione a pianta quadrata, come appare dalla planimetria generale del ‘Libro dei Misteri” e da altre successive, era formato da quattro piccoli vani, disposti in quadrato, di dimensioni pressoché uguali. Il primo, quello d’ingresso, all’angolo sud est, era ed è l’andito d’ingresso, o anticamera dell’aula sepolcrale vera e propria, come a Gerusalemme. Seguivano verso nord gli altri due modesti locali di abitazione del Padre Caimi, dai quali, quasi certamente attraverso una scala di legno, non segnata nelle planimetrie, si doveva accedere alle celle situate al piano superiore, forse anch’esse quattro, disposte con identico schema, o forse solo due di dimensioni doppie. Questo l’edificio antico e venerando del Santo Sepolcro di Varallo nella sua struttura originaria. La cappella del Santo Sepolcro Varcata l’angusta porta d’ingresso, si entra, ma vorrei quasi dire “si penetra” nel primo dei quattro vani che costituivano in origine il complesso del Santo Sepolcro “cum fabrica sibi contigua”: quello del sud-est, ossia l’andito, o aula d’ingresso, o anticamera del vero e proprio sepolcro, cosi come ce la presenta il “Libro di Misteri”, e così come era allora a Gerusalemme. Il piccolo ambiente, senza luce diretta, salvo quella della porta d’accesso, che non ha subito sostanziali alterazioni dalla sua erezione, è la replica fedele di quello gerosolimitano, ove è detto “cappella dell’Angelo” per la apparizione che lì avvenne dell’Angelo alle pie Donne, e risale in gran parte alla ricostruzione del secolo XI ed è rimasto quasi inalterato nelle ristrutturazioni del 1555 e del 1809-10. La replica di Varallo è comunque uno dei pochissimi esemplari, una delle pochissime testimonianze, se non l’unica, ma scarsamente nota, di come doveva presentarsi la cella d’ingresso del vero Santo Sepolcro attorno al 1480- 1490. Penso ad una prestigiosa pubblicazione sulla Chiesa del Santo sepolcro di Gerusalemme, edita solo dieci anni or sono, in cui vengono citati i complessi della nuova Gerusalemme di Gorlitz sul fiume Neisse e quello assai modesto di S. Vivaldo in Toscana, come esempi quasi basilari, mentre pur troppo vie- ne totalmente ignorato il Monte di Varallo. Le varie guide del Sacro Monte ci forniscono una documentazione sistematica attraverso cinque secoli di questo piccolo vano dalla forma assai singolare per il suo andamento pressoché semi- circolare, simile a quello di un’abside, con solo la parete d’ingresso rettilinea e tutta l’altra struttura muraria con andamento curvilineo, interrotto unicamen- te a metà della bassa apertura attraverso la quale si accede al Sepolcro vero e Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 645
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