Page 650 - Libro Sacro Monte di Varallo
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al Cristo che appare alla Maddalena ed alla Nonciazione della Madonna, che essendo andati distrutti da secoli, non possiamo sapere con certezza se fossero di legno rivestiti di stoffa o già modellati in terracotta. Al gruppo dei manichini di legno e stoffa appartengono poi anche tutte le figure dell’Ultima cena, non citate però nell’elenco delle due guide del 1566 e 1570. Dalla descrizione del Santo Sepolcro che ci dà il Fassola nel 1671, non è facile dedurre se egli ritenga di Gaudenzio la Maddalena. Le guide successive, o non citano l’autore, o non parlano affatto della statua, ad eccezione del Bartoli nel 1777, che la assegna a Gaudenzio. Anche il Bordiga nel 1830 ed il Butler nel 94 la citano solo, senza accennare all’autore. Più vicino a noi nel tempo, il Testori che ne’“ Il gran teatro montano” del 1965, riconobbe a Gaudenzio i due mani- chini della cappella dell’Annunciazione (dopo di lui da tutti sempre assegnata a Gaudenzio) nulla invece dice della Maddalena. Non penso che l’abbia volu- tamente ignorata, ma molto probabilmente neppure la dovette scorgere, data la sua collocazione quasi nascosta dietro al battente aperto della porta d’accesso all’anticamera del Santo Sepolcro. Ma la figura, dopo i lavori attuati nel 1945- 46, è come segregata entro un armadio a vetri con cornice di marmo, che la nasconde ancora di più. Se l’avesse notata, certo ne avrebbe parlato. Io nel 77, basandomi sulle caratteristiche stilistiche e sulle indicazioni delle guide del 1566 e del 1570, la ritenni di Gaudenzio. Infatti la posa della figura genuflessa, legger- mente ripiegata all’indietro sui talloni, come il S. Giuseppe della cappella della Natività o del Presepe e anche il Gesù nell’orto, andato perduto, ma replicato da Giovanni d’Enrico dall’originale di Gaudenzio, è caratteristica del grande maestro. Il gesto sospeso, così profondamente umano e carico d’interiorità ed in par- ticolare il volto degli alti e leggeri sopraccigli arcati, dal naso sottile ed affilato, dalla bocca piccola e socchiusa, rivelano una sorprendente, stringente affinità con quelli delle Madonne nella cappella della Grotta di Betlemme e della Pre- sentazione al Tempio, di poco successive e già in terracotta, e soprattutto prean- nunciano lo stesso spirito, la stessa trepida grazia della Vergine nell’Adorazione dei pastori, tanto da non farmi dubitare sull’identica paternità per tutte queste statue, di cui la Maddalena appare quasi come il preannunzio, la premessa, la prima prova. Affini, della stessa incantata atmosfera, sono pure le lunghe mani, lievemente inarcate, precorritrici di quelle sottili, affusolate, agilissime, fortemente espres- sive, che poco oltre nel tempo si esibiranno gesticolando con estrema scioltezza in molti affreschi di Gaudenzio. 650 Cappella - 43
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