Page 611 - Libro Sacro Monte di Varallo
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mente la parete di fondo, costituiva così il punto focale, l’elemento centrale di tutto il programma figurativo di quell’angolo di portichetto, secondo la volontà espressa da Milano Scarognini con il suo testamento del 20 Luglio 1516. È assai probabile che egli si sia richiamato a ciò che avevano fatto i Paleologi, marchesi di Monferrato, a cui la sua famiglia era legata, nella cappella di Santa Margherita sul santuario di Crea verso il 1479. Attorno alla pala, come in un ideale coro, come una sua dilatazione ed un suo completamento, ed anche come un efficace elemento di legame con i pelle- grini in sosta, si trovavano gli affreschi con i due Beati ed i membri della famiglia del committente, di cui già si è trattato nelle precedenti puntate. Possiamo immaginare che i due religiosi fossero rappresentati in piedi e gli Scarognini genuflessi, colti di profilo e tutti rivolti verso la scena sacra, come tanti altri donatori e devoti in affreschi e polittici di Gaudenzio. Ne risultava così uno straordinario fondale di grande suggestione a conchiu- dere il primo braccio del portichetto ed a suggerire quasi l’impressione della zona presbiterale al fondo di una navata. È assai singolare però, che in un ambiente aperto, come è la cappelletta, po- sta sotto il portico, il dipinto sull’altare non fosse un affresco in continuità ed in analogia con le due pareti laterali a costituire un insieme unitario, continuo, corale, oltre tutto anche più rapido da eseguire, ma fosse invece una pala lignea, come per lo più, su un altare all’interno di una chiesa, quindi un’opera più pre- ziosa, ma anche di esecuzione più attenta, più curata, più complessa, più lenta. Un caso dunque del tutto anomalo. Ciò evidentemente per dare più rilievo, più prestigio, più importanza alla pala stessa. Ma una ragione può esser dovuta anche al fatto che la parete di fondo a cui veniva anteposta, presentava il lato esterno rivolto verso occidente, cioè verso l’alta valle. Non vi erano ancora infatti addossate le strutture murarie di Casa Valgrana a proteggerla, era quindi esposta ai venti freddi del Rosa, e ad una conseguente forte umidità, con il risultato di un prevedibile e rapido deterioramento del di- pinto se fosse stato un affresco. La pala in legno invece, protetta dalla retrostante parete, avrebbe dovuto o potuto conservarsi meglio. Gli affreschi delle pareti Il discorso ovviamente è diverso per gli affreschi delle due pareti laterali, per- chè quello di destra è dipinto su di un muro confinante con l’anticamera del Santo Sepolcro, e quello di sinistra su di un muro rivolto verso mezzogiorno, quindi più sano e soleggiato rispetto alla parete di fondo, oltre che arieggiato Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 611