Page 614 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Anna Maria Brizio, che “per un colore più pallido ed una maggior monotonia di modellato” ritenne di assegnare la lunetta delle Stigmate al Lanino (1942), per ritornare poi a Gaudenzio nel 1960. Un altro capitolo riguarda le varie vicende a cui il dipinto dovette sottostare nel corso di quasi cinque secoli, soprattutto restauri, e spostamenti, Si è accen- nato alla possibilità che fosse stato eseguito su tavola per una maggior resistenza all’usura del tempo e degli agenti atmosferici. Tuttavia già nel 1575 risulta che fu necessario un primo intervento di restauro da parte del pittore Teseo Caval- lazzi. Non molti decenni dopo, nel 1602, il vescovo Bascapè dà ordine di pulire il dipinto e di coprirlo perché si conservi meglio. Forse in seguito a quest’ingiun- zione si anteporrà una vetrata, ricordata per la prima volta dal notaio Gaspari- no nel 1663, che servirà certo come protezione anche all’inizio del Settecento durante i lavori di abbattimento del vecchio portichetto antistante e la costru- zione di quello nuovo, Nell’Ottocento poi si deve provvedere una prima volta, forse poco dopo al 1821 a rimuovere la pala per qualche tempo, e ricollocarla nuovamente sull’altare nel 1828, come ricorda il Bordiga. In seguito, nel 1871, sia per ragioni di conservazione, che per timore di furti, si decide di spostarla definitivamente, collocandola nella Chiesa Maggiore, l’attuale Basilica, nella terza cappella di sinistra (quella di S. Pietro d’Alcantara) sulla parete di destra, come riferisce ancora in seguito nel 1891 il Tonetti. Da lì finalmente nel 1887 passerà per la sua definitiva sistemazione nella Pinacoteca varallese in allesti- mento. Verrà successivamente esposta a Torino nel 1939 nella grandiosa mo- stra sul Gotico e Rinascimento in Piemonte, e nel 1956 alla mostra vercellese su Gaudenzio Ferrari, In questi ultimi tempi, tra il 2004 ed il 2005 verrà sotto- posta ad un accurato restauro, eseguito da Antonio Rava, sotto la direzione di Daniele Sanguineti della Soprintendenza torinese grazie al finanziamento da parte della Fondazione Carlo Pastore di Borgosesia. La cappella di San Francesco e gli affreschi di Pier Celestino Gilardi Con il definitivo spostamento della grande lunetta gaudenziana delle Stig- mate dalla sua collocazione originaria sull’altare della cappella di San Francesco all’interno della Chiesa Maggiore nel 1871, il sacello rimaneva spoglio, privo di un’icona e solo in parte ancora ornato dalle ormai fatiscenti decorazioni di Francesco Leva, risalenti agli inizi del Settecento. Era quindi necessario pren- dere l’iniziativa per ridare nuovo decoro e nuovo volto al piccolo oratorio ed evitare l’impressione di abbandono. 614 Cappella - 42