Page 607 - Libro Sacro Monte di Varallo
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e si celebrò nel S. Monte…” . Dunque non solo l’altare, ma anche la cappella. Anzi, la “Capella, dove fù eretto il primo Altare”. Un quindicennio dopo il Fassola, è la volta del Torrotti, che riconferma la stessa situazione “... in poco tempo bastarono à terminare con l’edifitio del Santo Sepolcro il primo hospitio dei Padri con à canto la Capella per la Messa, che serve ancora con l’antiportico...”; e nel descrivere la cappella di San Francesco afferma “Qui si celebravano le prime messe, e ancora si continua”. Tanto il Fassola che il Torrotti affermano e ribadiscono che l’altare ed il sa- cello che lo contiene, risalgono al periodo iniziale del Sacro Monte, pressochè contemporaneamente all’erezione del Santo Sepolcro, senza però mai né l’uno, né l’altro ricordare l’intitolazione a San Francesco. Si può quindi pensare che il sacello fosse già compreso nella “fabrica sibi con- tigua” al Santo Sepolcro, citata nella lapide sovrastante l’ingresso dello stesso Sepolcro, che reca la data del 4 ottobre 1491, quando esso venne terminato. A maggior ragione la cappelletta (successivamente dedicata a San Francesco) doveva già esserci quando tutti gli edifici del “super parietem” vennero donati al Caimi il 14 aprile 1493. La planimetria La situazione planimetrica assai semplice del complesso doveva già corrispon- dere a quella ancora rilevata molti decenni dopo nella pianta generale del Monte raffigurata nel “Libro dei Misteri” attorno al 1568, con nel mezzo i due piccoli vani dell’atrio semicircolare e della retrostante cella funeraria del Santo Sepolcro, i due piccoli ambienti quadrati alla destra (uno davanti ed uno dietro), e l’arca- ta, o arcosolio, del sacello (poi di San Francesco) alla sinistra, presso l’angolo del portichetto, ancora senza l’aggiunta della casa del Valgrana verso mezzogiorno a picco su Varallo. Il piccolo sacello dovette rimanere umile, spoglio, senza una dedicazione pre- cisa, come si deduce dalla guida del 1514, fino almeno al 1515. Il testamento dello Scarognini In quell’anno infatti Emiliano Scarognini, il 20 luglio, fa testamento, e tra le altre disposizioni stabilisce “quod perficiatur et depingatur sumptibus dicti do- mini testatoris seu heredum suorum illa capella constructa supra monte Sancti Se- pulchri Varalli sub titulo Sancti Francisci ubi est caput fratris Bernardini de Cay- mis… ”, ossia che si completi e si dipinga (perficere vuol dire infatti completare, Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 607