Page 608 - Libro Sacro Monte di Varallo
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compiere, terminare, finire). Ciò riconferma che la cappella già esisteva, ma che aveva solo bisogno di esser completata, soprattutto con il prestigio di una deco- razione pittorica (del resto, che già esistesse è confermato anche dall’espressione “illa capella constructa”). Che poi fosse già ufficialmente dedicata a San Francesco quel 20 luglio 1515, giorno della redazione del testamento, o che lo avessero concordato poco prima lo Scarognini e Padre Francesco da Marignano “habitans super ipso monte”, che doveva sovrintendere all’impresa, è un altro discorso. I due documenti di cui disponiamo ci dicono solo che nel 1514 non risulta ancora nessuna dedicazione e che invece il 20 luglio dell’anno successivo si parla esplicitamente di cappella “sub tituli Sancti Francisci”. L’intitolazione appare quanto mai logica, anzi, quasi scontata, trattandosi di un complesso sacro voluto da un esponente dell’ordine francescano ed affidato ai frati francescani della stretta osservanza. Mancava infatti un richiamo ufficiale, esplicito al loro santo fondatore, che era stato tra l’altro pellegrino in Palestina, ed i cui seguaci avevano già allora da secoli la custodia di Terra Santa. Il convento e la chiesa varallese ai piedi del Monte erano stati dedicati alla Madonna delle Grazie; sul “super parietem” il primo edificio sacro era il Santo Sepolcro, e per molto tem- po il Sacro Monte sarà chiamato”Il Santo Sepolcro di Varallo”. La prima chiesa eretta sulla santa montagna varallese, che sarà molto più tardi chiamata “Chiesa Vecchia”, viene dedicata alla Madonna Dormiente ed Assunta in cielo. Quindi era più che naturale che l’umile altarolo, l’umile cappelletta venisse dedicata a San Francesco “alter Cristus”, che sul monte della Verna aveva ricevuto il sacro sigillo delle stigmate. Risulta dunque chiaro ed evidente che i dipinti (affreschi sulle pareti latera- li, pala dell’altare e, come penso, anche il Trasporto di Gesù al sepolcro nell’arcata attigua del portichetto, e di cui si è già trattato) dovevano esser stati eseguiti da Gaudenzio in seguito al testamento dello Scarognini. L’inizio dei lavori non dovette esser avviato negli ultimi mesi del 1515, perché il maestro aveva sicura- mente da condurre a termine, o portare avanti altre imprese importanti, tra cui il polittico di S. Gaudenzio di Novara, ma con molta probabilità nel corso del 1516 e del 17. Ed è supponibile che anche i dipinti della cappella di San Francesco, come già si è detto per il Trasporto di Cristo al sepolcro, siano stati vandalicamente sfregia- ti nella scorreria degli uomini dell’alta valle contro i Varallesi nell’ottobre del 1518. Che poi tavola ed affreschi non siano dello stesso momento, come sembra 608 Cappella - 42