Page 559 - Libro Sacro Monte di Varallo
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te, quasi un motivo decorativo a traforo, e collega il portico con l’aula retrostan- te mediante due ampie arcate, sovrastate da una lunetta in corrispondenza delle tre piccole lunette della parete in facciata. La convenzione, o contratto, del 31 ottobre 1633 specifica anche che il co- struttore deve “piantare le colonne”. In realtà esiste una sola colonna, reggente al centro le due arcate del portico. È evidente però che esse si devono identificare, oltre che con la vera colonna, anche con il pilastro in pietra a loro corrisponden- te, a reggere le due arcate colleganti la parete divisoria tra aula e portico. Come si è detto, questo costituiva fino a metà Ottocento l’elemento di collegamento, di passaggio diretto dei pellegrini usciti dalla Crocifissione attraverso la porticina di sinistra, con la scena immediatamente successiva della Deposizione. La scalea Contemplato questo mistero, si scendeva poi verso la sottostante cappella della Pietà, sistemata in quegli anni a sostituzione della gaudenziana Spogliazio- ne delle vesti, attraverso l’originaria scalea di diciotto gradini, già ricordata nella prima guida del 1514, scalea che fiancheggiava la base della parete nord della Crocifissione. Era protetta da un tetto in pendenza, sorretto da alcuni pilastri lungo la scalinata, come si vede in tutti i dipinti cinquecenteschi raffiguranti il Sacro Monte. Ma questa scalea, come più di una volta ho ricordato, era percorsa origina- riamente in senso opposto, in salita, per accedere alla gaudenziana Spoliazione delle vesti, attuale Pietà, alla cappella di Gesù che muore sulla croce. Solo con l’erezione della Salita al Calvario e dell’Inchiodazione il D’Enrico deve invertire il per- corso. Non solo ricostruisce la scalea che sale all’Inchiodazione verso mezzo- giorno, modifica anche la copertura della rampa sul lato nord, diventata scalea di discesa. Incapsulata l’antica scala entro un muraglione ed eliminata la copertura gau- denziana in pendenza, il D’Enrico erige al suo posto, al livello delle tre cappelle del Calvario una finta loggia a due arcate, sovrapposte a farle da copertura e ad- dossata alla parete nord della cappella di Gesù che muore sulla croce, anche per proteg gerla dalle intemperie sul lato rivolto verso mezzanotte, dando così luce alla sottostante scalea e creando allo stesso tempo come una continuazione ad angolo retto alla loggia vera della Deposizione. Ciò è ben documentato dalle ve- dute seicentesche del Sacro Monte: quella di Hendrick van Schoel, anteriore al 1614 (perché non vi sono ancora le fondamenta della Basilica, poste in quell’an- Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 559