Page 564 - Libro Sacro Monte di Varallo
P. 564
riferendosi a un documento della biblioteca della Società d’Incoraggiamento del disegno, smentiva quella tradizione, affermando che il vecchietto era il ri- tratto di un membro della famiglia Vecchietti di Rasco di Valduggia, un ramo della quale si era trasferito a Varallo alla fine del Settecento ed è ricordato tra i benefattori del Sacro Monte. Lo stesso Contini nota che in tale epoca la statua già da più di un secolo occupava l’attuale posto. Ciò nonostante quest’ultima notizia insostenibile è stata ancora ripetuta nella guida del 1995. Si esaurisce così un breve romanzo, un piccolo giallo, o anche solo una curio- sità priva di fondamento, che ha tuttavia tenuto desta l’attenzione degli studiosi per circa un settantennio. È veramente il caso di dire: tanto rumore per nulla! Il ciclo pittorico - Inchiodazione e Deposizione Architettura, scultura, pittura: le tre componenti di ogni cappella del Sacro Monte. Terza tappa, terzo capitolo nella realizzazione di quella di Gesù deposto dalla croce, gli affreschi. Cronologicamente la cappella, come è documentato, è stata eretta subito dopo quella dell’Inchiodazione, l’una alla destra e l’altra alla sinistra del Calva- rio gaudenziano, a creare un complesso concepito unitariamente e realizzato in totale sintonia anche per quanto riguarda gli artefici. Le architetture di ambedue sono state progettate da Giovanni D’Enrico; i due gruppi scultorei sono stati ideati e realizzati sempre dal D’Enrico con la col- laborazione dell’allievo e socio Giacomo Ferro. Il ciclo di affreschi della prima viene dipinto da Melchiorre Gherardini, o Gilardini, come si diceva un tempo. È dunque ovvio che anche quello della Deposizione venga affidato alla sua mano, soprattutto visto l’esito assai valido di quello precedente. Melchiorre Gherar- dini è l’erede diretto della grande, irrepetibile stagione della pittura lombarda del primo Seicento, quella del Morazzone, del Cerano, suo suocero e maestro, di Daniele Crespi e del nostro Tanzio da Varallo. Al Sacro Monte Melchiorre aveva potuto calarsi nell’atmosfera, nel clima soprattutto del Morazzone e del Tanzio, cercando di creare una continuità stilistica, compositiva e anche senti- mentale tra le loro opere e la sua nella cappella dell’Inchiodazione. Ed è evidente che la fabbriceria deve esser stata soddisfatta del risultato raggiunto. Compiuto questo primo ciclo attorno al 1640, forse per la cronica mancanza di fondi, si attende l’anno successivo prima di affidare al pittore il nuovo inca- rico per i dipinti della Deposizione. Nel frattempo però il Gherardini è sempre in stretto rapporto con l’ambiente del Sacro Monte; infatti il 3 maggio 1641 la fabbriceria affida “a Melchiorre Ceranino o Gilardino pittore Milanese” la stima 564 Cappella - 39