Page 556 - Libro Sacro Monte di Varallo
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re. Ed è molto significativo, ed a prima vista quanto mai sorprendente, che la scena xilografata (forse già intagliata qualche tempo prima della pubblicazione del testo) rispecchi, anzi anticipi direttamente quella che verrà poi realizzata da Giovanni d’Enrico venticinque anni dopo circa, anche se qui è ridotta all’es- senziale, con la grande croce al centro, le due scale a pioli ad essa appoggiate, il corpo inerte del Cristo a metà altezza, trattenuto da strisce di stoffa e calato da due personaggi, quasi certamente da identificare con Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, inerpicati sulle due scale. Risulta evidente quindi l’importanza della Xilografia del Coriolano come spunto, basilare elemento ispiratore per la più tarda composizione plastica del D’Enrico. La stessa situazione presenta la ristampa del testo del Ferrari, edita nel 1613. Pure Bartolomeo Manino nel suo testo in rima sui sui Sacri Monti di Arona, Orta, Varese e Varallo, pubblicata nel 1620, seguirà lo stesso criterio, descri- vendo in un sonetto la Deposizione dalla croce, anche se ancora non esistente. Ciò rivela che ormai questo mistero era entrato idealmente nel circuito, nella sequenza dei vari episodi evangelici da contemplare e da meditare, per cui si era andata consolidando la convinzione che presto si sarebbe dovuto por mano alla concreta realizzazione dell’opera. Nella sostanza però le cose non erano cambiate. Nel corso della visita del vescovo di Novara, cardinal Ferdinando Taverna, il 14 settembre 1617, si constata che è solo definito il luogo per la De- posizione dalla croce. Ma è già stato posto un punto fermo, una indispensabile premessa. L’erezione della cappella XXXIX. Il piano del 1614. Per una logica e ordinata successione dei misteri secondo lo svolgersi crono- logico dei fatti, la realizzazione dell’altra cappella, posta al fianco della Morte di Gesù in croce, sul lato di mezzogiorno, ossia la XXXVII, l’Inchiodazione, avrà la precedenza. Il relativo contratto di allocazione tra i fabbriceri del Sacro Mon- te Marco Morondi e Giorgio d’Adda con i capimastri Antonio Roco, Zanolo Graulo, Bartolo Viana e Antonio Cunaccia risale al 1 maggio 1632, dopo assai lunghe vicende preparatorie. La convenzione per erigere la cappella della Deposizione di Gesù dalla croce verrà stipulato solo il 31 ottobre 1633, un anno e mezzo dopo, per cui viene da ritenersi che in quel momento la struttura muraria dell’Inchiodazione fosse già a buon punto o in fase di completamento. È pure quanto mai evidente che ambedue le cappelle rientravano in un pia- no unitario, previsto a suo tempo dal Bascapè e seguito dai fabbriceri, studiato 556 Cappella - 39