Page 558 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Le caratteristiche strutturali L’edificio, dalle strutture architettoniche assai semplici, essenziali, d’una pu- rezza di forme cinquecentesca nel suo terso volume, privo di elementi decorativi, è solo ingentilito dal cornicione, scandito dal ritmo delle lunette unghiate, tipico del D’Enrico e già riscontrato in varie sue opere sul Sacro Monte, dalle cappelle della Piazza dei Tribunali al Palazzo di Pilato. Rispetto all’edificio dell’Inchio- dazione, che gli fa riscontro, questo, per le stesse esigenze della raffigurazione meno affollata, è di inferiori dimensioni e, mentre nel primo la planimetria ret- tangolare presenta il lato maggiore frontalmente, in questo al contrario il lato di facciata risulta il più breve, con un accentuato senso di profondità del vano. Tutte e due le cappelle sono erette però in posizione assai arretrata rispetto a quella centrale della Morte di Gesù in croce, lasciandole così la preminenza e imprimendo a tutto l’insieme un andamento articolato di volumi, che deter- minano un movimento di masse già barocco, mentre nella parte tersale occorre una situazione inversa con l’emergere dei due corpi di fabbrica laterali rispetto a quello centrale. La cappella del Cristo in croce ne risulta tuttavia sminuita ri- spetto all’originario spicco, presa com’è nella morsa delle altre due costruzioni che l’affiancano. Il nuovo edificio della Deposizione comprende nel suo sviluppo volumetrico anche il portico a doppia arcata sul lato anteriore, previsto dal contratto, a pro- tezione sia della scena figurata all’interno dell’aula, sia dei pellegrini, i quali, fino all’Ottocento, uscendo dalla cappella di Gesù in croce attraverso la porticina di sinistra, si trovavano così immediatamente di fronte all’episodio successivo. Questa soluzione si differenzia in modo più positivo rispetto a quanto era av- venuto poco prima per l’Inchiodazione, ove il portico, o meglio la loggia, risulta una struttura solo addossata e non ben legata al vano contenente il mistero, in particolare per l’altezza inferiore a quella di quest’ultimo. Anche il problema della luce che penetra solo indirettamente nella scena fi- gurata viene risolto in modo più efficace che nell’Inchiodazione, dove l’occhio, o apertura circolare sulla parete di mezzogiorno, ben visibile dai visitatori, co- stituisce una sorgente luminosa diretta che può disturbare una piena fruizione del sacro mistero investendo alcune figure o alcuni gruppi (a seconda delle ore del giorno) a scapito di altri e penalizzando tutte le statue addossate alla parete sud, sempre nell’ombra, non permettendo infine di osservare e ammirare gli affreschi della stessa parete. Forte di quest’esperienza poco positiva, il progettista Giovanni D’Enrico questa volta apre al di sopra del portico tre piccole ed assai caratteristiche lunet- 558 Cappella - 39
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