Page 528 - Libro Sacro Monte di Varallo
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blasone potesse acquistare prestigio, raffigurato sullo scudo di un soldataccio, così in vista tra i persecutori di Gesù. Molti sono i valori simbolici rappresentati dal leone araldico, come attributo di forza e di intimidazione del nemico. Ma il leone è anche il segno zodiacale del mese di luglio, la metà dell’estate, e come tale potrebbe rappresentare la venuta del Messia al centro della storia dell’umanità. Può essere simbolo della resurrezione di Cristo e della resurrezione dei morti, e calzerebbe molto bene con le scene del sacrificio di Cristo sulla croce perché, contro le aspettative dei nemici, tre giorni dopo sarebbe già risorto. Né è da trascurare che il leone, non però in posa araldica, è anche visto come attributo di forza negativa, di scatenamento della potenza demoniaca. Non pare dunque che la presenza del leone rampante nello scudo sia solo un elemento di effetto, di valore meramente decorativo, spettacolare, ma deve con ogni probabilità espri- mere uno di questi concetti, mezzo millennio fa facilmente comprensibile e per noi piuttosto oscuro. Nello scudo compaiono anche due monogrammi, notati dall’Arienta alla fine dell’Ottocento, e da lui fatti osservare al Butler. Queste due sigle, o monogram- mi, sono tipiche del gusto e della cultura dell’epoca e sono pure legati al mondo leonardesco. Il primo dei due, secondo l’Arienta, dovrebbe significare: Magiste- ri Gaudentii Ferrari (o forse più propriamente Magister Gaudentius Ferrarius) e l’altro Milano Francesco Gioanni Antonio Scarognini. Si tratta comunque di due “rompicapi” e devono certamente avere una loro logica soluzione. In questo capitolo, riguardante la parte scultorea delle cappelle, non si può infine dimenticare la stessa croce di Gesù per il suo valore devozionale, di docu- mento storico e quasi di reliquia. La raffigurazione scultorea – la folla È quanto mai probabile che la realizzazione dell’impresa scultorea per la cap- pella di Gesù sulla croce, impresa ardita e impegnativa come non mai, si sia an- data sviluppando con successione graduale, dall’alto verso il basso. Posto infatti come vertice dell’ideale e irregolare piramide umana che com- pone il mistero l’arcaico Cristo crocifisso in legno, riutilizzato, seguono ai lati, ma leggermente più in basso, i due ladroni, pur essi di legno, come già nota il Bordiga nel 1830, modellati dunque secondo gli schemi tradizionali, non anco- ra adottando l’uso innovativo della terracotta. Vengono quindi i due possenti gruppi equestri del centurione romano e del suo compagno o collega, emergenti sulla folla sottostante, questa volta però plasmati nel più duttile materiale plasti- co, che d’ora in poi diventerà di uso pressoché costante sul Sacro Monte, salvo 528 Cappella - 38
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