Page 526 - Libro Sacro Monte di Varallo
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vedibili e di esito validissimo. La tensione drammatica che investe tutta l’atmosfera della scena dolorosa, viene accentuata dai tanti contrasti tra figure calme e figure agitate, tra espres- sioni dolenti ed espressioni adirate, violente, irose, trapianti e ghigni satanici, tra costumi ricchissimi, curiosi, pittoreschi, esotici ed altri semplici e dimessi, mentre su tutto trionfano armature e bardature sontuose ed elaborate di chiara derivazione dal Perugino, la cui influenza su Gaudenzio mi pare finora troppo sottovalutata. Basti pensare agli elmi con fantasiosi e complessi cimieri dei sei eroi antichi nel ciclo ammiratissimo della Sala delle Udienze nel Palazzo del Cambio di Perugina, affrescato dal Perugino tra il 1497-98 e il 1500, che Gau- denzio non può non aver visto e memorizzato come una grossa novità nel suo viaggio nell’Italia centrale ed a Roma, avvenuto pochissimi anni dopo. È tutta una sapienza psicologica che affiora, anzi, che si sviluppa ed esplode, che il maestro sa intuire ed esprimere con resa magistrale, svelando le reazioni istantanee, le espressioni più varie ed atteggiamenti, non solo i volti, svelano gli stati d’animo e li colgono fin nelle più intime fibre. Ci si trova di fronte ad una lezione, ad un trattato di psicologia per immagini, immediate, colte sul vivo, dall’esperienza della vita vissuta. Ma sono soprattutto i moti dell’animo, assi- milati dagli ammaestramenti e dalle esperienze di Leonardo durante i soggiorni milanesi, e prorompenti qui a Varallo in appassionato e coinvolgente dramma. Tutti gli elementi e le esperienze artigianali mirano a questo scopo. Non solo l’uso del legno e della terracotta per realizzare le statue, ma anche quello dei più svariati materiali e di tecniche miste (cartapesta, cera, cuoio per le bardature dei cavalli, stucco e pastiglia per le decorazioni dorate in rilievo, cartone dipinto, finimenti in metallo, parrucche e barbe ecc.) vengono sfruttate per l’esito più efficace, per catturare l’occhio e l’animo del visitatore. E c’è solo da attendere la relazione dei restauri dello scorso decennio per poterli conoscere con rigorosa ed attenta analisi. È un’esperienza basilare, è la lezione per eccellenza per tutti i successivi statuari che si impegneranno nel realizzare dopo Gaudenzio le molte cappelle del Sacro Monte varallese ed anche di tutti gli altri Sacri Monti pie- montesi e lombardi nei due secoli seguenti. Molte delle figure poi modellate da Gaudenzio per questo sacro dramma del Calvario, come ben si sa, sono stati scelti quali veri e propri modelli, per volere soprattutto del vescovo Carlo Bascapè, dagli statuari di fine Cinquecento e del primo Seicento per vari personaggi rappresentati nelle cappelle che precedono quella della morte di Gesù in croce, a creare una continuità visiva di figure, di volti caratteristici, di costumi, di personaggi di spicco, che ritornano lungo le 526 Cappella - 38