Page 525 - Libro Sacro Monte di Varallo
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commemorativi in mezzo ad una piazza ad esaltare in chiave eroica i due con- dottieri. A Milano Leonardo aveva eseguito il modello al naturale del cavallo per il monumento a Francesco Sforza, distrutto dai Francesi nel 1499, prima che potesse essere realizzato in bronzo, e poi ancora, durante la sua seconda permanenza milanese si era impegnato intensamente per creare il monumen- to equestre del maresciallo Trivulzio, anche questo non eseguito, i cui studi preparatori giungono fino al 1513. L’idea dunque del monumento equestre, o anche solo della statua di un imponente cavallo è viva, è sentita particolarmen- te nel mondo artistico dell’Italia settentrionale ad iniziare dagli ultimi decen- ni del quattrocento. È direi quasi un’aspirazione degli scultori, un loro ideale ottenere l’incarico di modellarne uno. Ma nessun cavallo trova realizzazione in tutta l’area padana. Gaudenzio dunque è posto di fronte ad un’occasione unica e ad un clima culturale interessatissimo alla realizzazione di due statue equestri, particolarmente dopo il grande, ma non concluso esito dei due in- carichi dati al genio di Leonardo, tramontati proprio solo sette od otto anni prima che il nostro Gaudenzio vi si cimenti. E si tratta anche qui di due gruppi che si richiamano al mondo classico, trattandosi di centurioni romani. Dopo le due figure dominanti dei due cavalloni con i loro cavalieri ai piedi del Cristo in croce, Gaudenzio modellerà quelli della cappella dei Magi. Ma il capitolo della scultura equestre si chiude qui. Fuori dal Sacro Monte, per tutto il secolo nell’area padana questo tema non avrà seguito, salvo il caso dei quattro gruppi lignei in un salone del Palazzo Ducale di Sabbioneta nel Mantovano, ormai nella seconda metà del Cinquecento, anch’essi dunque non all’aperto, non in una piazza, non in marmo o in bronzo. Per trovare un esemplare aulico, ufficiale bisognerà arrivare al 1594 col monumento di Cosimo I de’ Medici del Giambologna in piazza della Signoria a Firenze. Così a Varallo nell’aula del Golgota, tutt’attorno ai tre crocifissi lignei, cam- peggianti sull’alto, completati i due gruppi equestri, Gaudenzio può distribuire con innata e spontanea sapienza scenica e l’accortezza di uno straordinario regi- sta, tutte le altre figure modellate in terracotta. Aspetti particolari della raffigurazione scultorea Passando dall’orchestrazione generale della folla plasmata da Gaudenzio in scultura e dai vari gruppi alle singole figure, ai singoli elementi che compongo- no la sacra rappresentazione, si colgono molteplici aspetti, varie caratteristiche, sia di invenzioni geniali, di creatività artistica, sia di sorprendenti soluzioni ed esperienze tecnico-artigianali, sia di espedienti originali quanto mai vari, impre- Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 525
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