Page 520 - Libro Sacro Monte di Varallo
P. 520
febbraio del 1851, prevedeva al piano terra un portico de sei arcate sorrette da pilastri in facciata ed al primo piano una loggia, retta da colonne salvo alle due estremità, rieccheggiando così la tradizione architettonica valsesiana. La rea- lizzazione dell’opera risulta notevolmente modificata, con muratura piena al piano terra e al di sopra una loggia contraddistinta da due arcate sorrette da colonne nella parte centrale antistante alla cappella di Gesù in croce, affiancata da due arcate minori, sorrette da pilastri, corrispondenti ai due lati di destra e di sinistra del loggiato. Il tutto viene sormontato da un timpano a richiamare più l’idea della facciata di una chiesa che quella di uno dei vari tempietti del Sacro Monte, anche se si tratta del più importante, sia religiosamente che artistica- mente. Il risultato è piuttosto freddo nel suo compassato carattere ancor legato a moduli neoclassici. E la realizzazione di questa severa architettura accademica viene a fasciare ancora di più l’originario edificio gaudenziano, determina dei nuovi problemi. La luce che fino a quel momento penetrava in modo diretto entro l’aula dalle due aperture di facciata, ora vi giunge meno efficacemente solo attraver- so la loggia anteposta, con notevole alterazione di visibilità della stupefacente scena creata dal genio di Gaudenzio. Per di più, per ovviare in parte a questo difetto e per creare un accesso più facile ai pellegrini, si sbarra il passaggio ori- ginario attraverso le due porticine laterali, che col loro piccolo varco creavano un senso di sorpresa e di meraviglia eccezionali nei visitatori, posti improv- visamente di fronte allo spalancarsi di un vano dal respiro imprevedibile e di straordinario effetto scenico e drammatico. Si aprono al loro posto le due finestre di facciata, che diventano le nuove porte di ingresso e di uscita, ambe- due sullo stesso lato e tra loro vicine. Cessa così lo sfilare lento dei pellegrini attraverso tutta l’aula, e purtroppo si devono abbattere i due parapetti delle finestre divenute porte. Con questo radicale stravolgimento vengono sacrificati due piccoli tondi in chiaroscuro, affrescati anch’essi da Gaudenzio, che si trovavano sotto i davanza- li delle due finestre, racchiusi entro sobrie decorazioni architettoniche dipinte a finto marmo, come sul parapetto esterno delle due cappelle della Madonna e di S. Margherita nella chiesa delle Grazie a Varallo e sullo scalino del trono su cui posa la statua della Vergine nell’altare della cappella di Loreto alle porte di Va- rallo. I due medaglioni raffiguravano Il peccato di Adamo ed Eva e La cacciata dal Paradiso terrestre. Li cita nel primo Ottocento il Bordiga, quando erano ancora in loco; li ricor- da successivamente il Cusa nella sua opera sul Sacro Monte, edita pochi anni 520 Cappella - 38
   515   516   517   518   519   520   521   522   523   524   525