Page 516 - Libro Sacro Monte di Varallo
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nio de Parono, rettore della chiesa di S. Pietro di Parone al Vicario Generale del Vescovo di Novara, e come ripete lo stesso Vicario Generale nel suo editto del 22 novembre 1518. Passata quindi la tempesta, i lavori devono esser ripresi e l’impresa deve esser stata portata a termine attorno al 1520, per dare subito avvio alla parte figurativa. Le vicende dell’architettura gaudenziana fino al secolo XIX La monumentale cappella del Calvario, alta e solenne sulla rupe, rimase per più di un secolo a dominare isolata e imponente con la sua mole parallelepipede il Sacro Monte e il sottostante borgo di Varallo. Nel 1632, come si è visto trattando della cappella dell’Inchiodazione, si dà però inizio, su progetto di Giovanni d’Enrico, a questo nuovo edificio, addossa- to in parte al lato meridionale del Calvario, non però sullo stesso asse, ma legger- mente arretrato, per poter permettere ai pellegrini il passaggio dalla porticina di destra alla Cappella di Gesù che muore sulla croce, seguendo il percorso nuovo. Il luogo era già sommariamente indicato nelle varie planimetrie del Sacro Monte disegnate nella seconda metà del Cinquecento, sia nel «Libro dei Mi- steri» che nella Raccolta Ferrari della Biblioteca Ambrosiana di Milano, per es- sere poi scelto dal vescovo Bascapè alla fine del secolo XVI, laddove si trovavano la piccola cappella gaudenziana della Madonna tramortita e la scalea di discesa dal Calvario secondo il percorso originario. Innalzando la nuova struttura dell’Inchiodazione, Giovanni d’Enrico deve rivoluzionare il percorso dei pellegrini che fino a quel momento per accedere al Calvario dovevano salire dalla scalea di diciotto gradini, che, partendo dalla Spogliazione delle vesti sulla Piazza Maggiore (attuale Pietà), fiancheggiava la base della monumentale cappella gaudenziana sul lato sinistro, volto verso nord (sotto l’attuale lato di mezzanotte della loggia ottocentesca). Questa singolare scalea coperta, come ben si nota in tutte le vedute cinque- centesche del Sacro Monte prese da Nord, era sicuramente stata ideata da Gau- denzio stesso insieme all’edificio del Calvario, con caratteristiche tipiche del primo Cinquecento, così come si nota nella celebre rampa del castello di Vigeva- no e in quella d’accesso alla Certosa del Galluzzo a Firenze.Si accedeva dunque alla cappella del Calvario dalla porticina di sinistra, e, dopo aver percorso tutta l’aula tra le statue e le grandi figure affrescate, si usciva dalla porticina del lato opposto (quello di mezzogiorno), scendendo quindi la lunga rampa rettilinea, che portava al piccolo mistero della Tramortita. Era dunque tutto un complesso gaudenziano: cappella della Spogliazione, 516 Cappella - 38