Page 514 - Libro Sacro Monte di Varallo
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guida del 1514, in cui per altro non si accenna all’idea di ricostruirla con un più imponente impianto rispetto alla prima redazione descritta nella guida stessa. Ora, si sa che Gaudenzio Ferrari, l’ispirato realizzatore della nuova, monu- mentale cappella, si trasferisce definitivamente da Varallo a Vercelli alla fine del 1528, o all’inizio del 1529. Ne consegue che tutte le opere da lui create sul Sacro Monte , e non ancora descritte nella guida del 1514, devono essere state eseguite nel corso di quei quattordici anni: 1514 – 1528, tra cui le due più impegnative e famose, del Calvario, appunto, e dei Magi. In quegli stessi quattordici anni Gaudenzio realizza anche molte altre opere di notevole impegno, oltre che di altissima qualità, dal polittico di S. Gaudenzio di Novara, a quello della Collegiata di Varallo, ecc…, e si reca anche in Valtellina, una o più volte, per l’ancona dell’Assunta e S. Lorenzo a Morbegno. Bisogna quindi cercar di definire in che periodo, entro quei quattordici anni, Gaudenzio abbia potuto creare il suo capolavoro della Cappella del Calvario. Già nel 1671 il Fassola ricorda che nel 1520, all’epoca della visita al Sacro Monte del Padre Francesco Licchetti, Generale dei Francescani, si lavorava in- defessamente “intorno à terminare l’Ospizio per li Padri, ela Chiesa maggiore, il Monte Calvario”; quindici anni dopo, il Torrotti, in modo più generico, scri- ve: “Avanti l’anno 1538, trà varie fabbriche s’alzò poi il sontuoso misterio del Calvario”. Bisogna quindi passare al primo Ottocento, quando il Bordiga, nella sua prima monografia su Gaudenzio Ferrari (1821), ritenendo erroneamen- te che il maestro fosse ritornato in Valsesia da Roma nel 1524, ritiene quella la data d’inizio dell’impresa del Calvario. Nel successivo volume sulle opere di Gaudenzio, curato dal Bordiga e dal Pianazzi, edito in Milano ad iniziare dal 1835, si accenna solo indirettamente agli anni attorno al 1527 – 29 per la cappella del Calvario. A sua volta il Cusa, nel 1857, ritorna al 1524 come data d’inizio della parte figurativa. Più avanti, nel 1881, il Colombo, dopo aver con- futato la datazione del 1527 – 29 di Bordiga e Pianazzi, ritiene il 1524 l’anno in cui Gaudenzio terminò l’opera, iniziata anteriormente. Non molto dopo il Butler si limita ad indicare un arco di tempo piuttosto ampio, compreso tra il 1520 e il 28. Il Galloni però nel 1914 sostiene che appena completato nel 1513 l’affresco della parete divisoria in S. Maria delle Grazie, Gaudenzio “ siasi occupato subito di promuovere l’erezione della Cappella medesima (cioè del Calvario) e con- temporaneamente di plasmare le statue, ponendosi in grado, nel 1520, di dar mano al pennello”. Nel 1942 la Brizio non si sofferma sulla datazione, ma nel 1956, dopo aver 514 Cappella - 38
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