Page 510 - Libro Sacro Monte di Varallo
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della Santa Casa di Loreto nella gola all’ingresso di Varallo , e la sorprendente, elegantissima Fontana sulla spianata principale del Monte. Con queste premesse certamente Milano Scarognini , morto nel 1515, o i due fabbricieri Pietro Ravelli e Bernardo Baldi non avevano dovuto cercare un altro architetto di prestigio fuori del Sacro Monte e della valle per realizzare l’opera più impegnativa di tutto il complesso della Nuova Gerusalemme varallese. Certo Gaudenzio si trova di fronte ad un’impresa tutt’altro che semplice. Non si tratta più soltanto di circondare con un luminoso e svelto porticato un tempietto come quello della Madonna di Loreto, né di creare una singolarissima fontana con sorprendenti zampilli e col suo sovrastante padiglione metallico. Si deve ora realizzare un monumento imponente, un’opera architettonica di no- tevoli dimensioni, di particolare impegno dal punto di vista tecnico-costruttivo, conchiusa da una poderosa volta in muratura, un edificio ideato per contenere in scultura e pittura la più drammatica ed impressionante raffigurazione della vita del Redentore col suo supremo sacrificio sul Golgota : un’opera quindi che richiede un’ampia area ed una vastissima superficie parietale ininterrotta per sviluppare nel modo più esteso possibile tutto il fondale ad affresco dell’azione scenica con la folla assiepata dei dolenti, dei giudei, dei soldati e dei curiosi a completare e dilatare l’azione primaria dei gruppi statuari. Ma nello stesso tempo bisogna dare luce abbondante, o almeno sufficiente a tutto il vano. Di più, Gaudenzio deve pur tenere presente lo schema della Cap- pella del Calvario nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, di cui è evi- dente che erano stati portati a Varallo dal Caimi i dati essenziali e la planimetria, che ha recentemente intuito il Gentile. Compito tutt’altro che facile. Gauden- zio dunque, sull’alto della rupe, al posto della piccola cappella originaria, saliti i diciotto scalini, come a Gerusalemme, crea un grande edificio quadrangolare, con nel mezzo un pilastro “notevolmente disassato verso sud, sul quale insiste la singolare copertura” (Gentile), pilastro che richiama quello esistente a Gerusa- lemme nella cappella del Calvario, pure disassato verso sud, ove per altro viene a determinare quattro campate nella volta, mentre Gaudenzio fondendo pareti e volta unifica tutto lo spazio in un unico vano di notevole vastità. Altro punto di contatto con il Calvario gerosolimitano è costituito da due piccoli ingressi ori- ginari, aperti sui due lati di destra e di sinistra, non in asse tra di loro anche qui a Varallo, ma in posizione più avanzata quello di destra e più arretrato quello di sinistra. Così pure, mentre a Gerusalemme il lato di facciata è costituito da due arcate che si affacciano come una loggia sulla navata d’ingresso della Basilica, a Varallo sul lato di facciata Gaudenzio apre le due finestre per convogliare la luce 510 Cappella - 38
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