Page 511 - Libro Sacro Monte di Varallo
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verso l’interno, trasformata poi nell’Ottocento nelle due porte attuali d’accesso all’aula del Calvario. Questa è costituita da una struttura quanto mai singolare, data la presenza del pilastro in pietra, che richiama, come si è visto, quello di Gerusalemme. E proprio da questo pilastro quadrato sembra espandersi l’ampia, ariosa volta a vela in quattro direzioni, verso le quattro pareti, senza soluzione di continuità, e proseguendo negli angoli verso terra molto in basso con i quattro peducci, o pennacchi, tanto da trasformare quasi le pareti in vastissimi lunettoni ed impri- mendo a tutto il vano l’impressione di una struttura curvilinea più che quadran- golare. Ne risulta un’aula assolutamente unica. All’esterno la costruzione emerge nel Sacro Monte del secolo XVI come il monumento più imponente di tutto l’insieme, isolato e dominante in vetta alla roccia, nel punto più alto del “super parietem”, così da campeggiare a picco sul borgo di Varallo, quasi a congiungere misticamente cielo e terra, permettendo di scorgere il luogo del sacrificio di Cristo dallo stesso abitato sottostante. La mole parallelepipeda, d’un geometrico rigore, si erge compatta nell’estrema so- brietà delle sue pareti, spoglie di qualsiasi elemento decorativo e prive quasi di aperture ( solo le due porticine laterali e le due finestre di facciata ), con totale prevalenza dei piani sui vuoti, come un gigantesco scrigno impenetrabile, con un netto, evidentissimo richiamo alle sobrie strutture architettoniche, ai volu- mi puri, del Bramantino, di cui Gaudenzio fu forse allievo a Milano, e da cui fu fortemente influenzato negli anni giovanili anche in campo pittorico. Conchiude la costruzione, conferendole un’austera dignità, un ampio corni- cione (che sarà poi tipico di Gaudenzio anche in altri monumenti, come nella Cappella dei magi) a mezzo toro, listello e gola diritta : l’elemento di maggior prestigio di tutta la struttura muraria. Al di sopra la copertura non viene costituita in modo consueto con un nor- male tetto in lose a capanna, od a padiglione , ma anche qui con una soluzione inconsueta ed ardita, in coccio-pesto, pressato e pressoché impermeabile, con an- damento leggermente ondulato: più elevato al centro lievemente convesso, per digradare ai lati come si può ancora oggi constatare sotto l’attuale tetto. Al di sopra, al vertice, vengono issate tre grandi croci in legno, visibili a distanza, ad indicare con particolare evidenza la Cappella del Calvario, forse, anzi, a suggerire addirittura l’immagine del Monte Calvario, spoglio, desolato, arido, vivificato solo dal campeggiare delle tre nude croci, simbolo trionfale della redenzione. Questo lo scrigno monumentale ideato da Gaudenzio per racchiudere il dram- ma del Golgota. Situazione dunque totalmente diversa da quella supposta con Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 511
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