Page 509 - Libro Sacro Monte di Varallo
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E di chi saranno stati gli affreschi? Non lo si potrà forse mai sapere con certezza. Ma se, come credo di aver dimo- strato, sono di poco anteriori al ciclo del Sepolcro della Madonna, potrebbero essere stati dello stesso valente artista di area lombarda del tardo Quattrocento che eseguì appunto gli affreschi, ora nella Pinacoteca di Varallo, del Sepolcro della Madonna. Altra ipotesi, che siano dovuti all’anonimo maestro che affre- scò la cappella della Madonna delle Grazie nell’omonima chiesa francescana ai piedi del sacro Monte. L’architettura del nuovo edificio Come si è detto, il merito di aver intuito per primo che tanto la cappella della Crocifissione, o di Gesù che muore in croce, quanto successivamente quella dei Magi, sono state ideate e realizzate in toto da Gaudenzio, spetta al Galloni, no- vant’anni or sono. Tale acuta osservazione è stata in seguito ripresa da tutta la critica senza la benché minima attenzione. Infatti l’aspetto riguardante l’attività di Gaudenzio architetto non è finora stato approfondito globalmente. Alcuni accenni geniali sono stati fatti nella se- conda metà del Novecento dal Testori, trattando soprattutto della Grotta della Nativita’al Sacro Monte ( che tuttavia non spetta a Gaudenzio) e della Cappella di Loreto alle porte di Varallo. Successivi apporti sono avvenuti da parte mia in anni ormai lontani, riferen- domi pure all’Oratorio di Loreto, trattando poi di Gaudenzio e la Cappella del- la Crocifissione in una pubblicazione intitolata Gaudenzio il Maestro, quindi studiando tutto il complesso di Betlemme sul “super parietem” in particolare a riguardo della Cappella dei Magi e di quella della Presentazione al Tempio o della Circoncisione. Ne ho poi ripreso l’argomento recentemente pubblicando lo studio, scritto più di vent’anni or sono, sulla Fontana della Piazza Maggio- re del Monte, anch’essa sicuramente di Gaudenzio. Per cui mi pare superfluo ripetere oggi quanto scritto in proposito in momenti diversi nell’arco di vari decenni. Quando dunque nel 1515, o poco dopo, il Ferrari deve cominciare ad inte- ressarsi all’ideazione della nuova cappella di Gesù in croce , ha già al suo attivo in campo architettonico, non solo tante “architetturae fictae” , cioè dipinte ne- gli sfondi dei suoi trittici e polittici o dei suoi affreschi, soprattutto quelli della parete divisoria in S. Maria delle Grazie, ai piedi del Sacro Monte ( 1513), ma anche almeno due opere realizzate e di assoluta originalità: il leggero, arioso, in- cantevole portichetto che recinge con lo svelto ritmo del suo colonnato la cella Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 509
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