Page 532 - Libro Sacro Monte di Varallo
P. 532
torico, Raffaello nella Disputa del SS.mo Sacramento ed ancor più nella Scuola d’Atene nelle stanze vaticane. Qui a Varallo però il complesso statuario non costituisce il tutto. È la parte fondamentale, pensata e realizzata per avere il suo completamento nel ciclo pitto- rico che la supporta e la dilata quasi all’infinito con un insieme assai più numero- so di figure dispiegate sulle quattro pareti per dare a tutta la scena l’effetto di una folla strabocchevole, quasi che l’umanità intera assistesse al sacrificio di Cristo. La parte scultorea quindi è il perno, il cuore, il nucleo centrale ed essenziale della cappella. Scultura e pittura si completano a vicenda, sono una creazione unitaria, fusa, legata inscindibilmente, senza soluzione di continuità, come è sta- to tante volte sottolineato soprattutto dagli studiosi del secolo appena passato. Questo valore unitario è però andato in gran parte perso con gli ultimi, radicali “restauri”. Il ciclo pittorico - Gli angeli, il paesaggio Architettura, scultura, pittura! Architettura per il monumentale contenitore del sacro mistero; scultura per i protagonisti, per l’azione primaria; pittura per il coro umano, per lo sfondo paesistico e la volta celeste. Tutto è stato unita- riamente concepito ed unitariamente realizzato, secondo un’ovvia successione cronologica, in un perfetto rapporto, in un perfetto dialogo tra le parti. Scultura e pittura si fondono, si legano, si completano tra loro. Anzi, se l’azione scenica del sacro dramma del Calvario si limitasse all’intervento scultoreo, si ridurrebbe ad una rappresentazione frontale di un episodio cruento, efferato, ma limitato nel tempo e nello spazio, intimo, quasi privato, totalmente privo di quell’impat- to, di quella suggestione, di quel valore universale, di quell’esplosione tragica, di quella clamorosa potenza che viene a coinvolgere ed a investire cielo e terra ed a circondare e quasi travolgere i riguardanti. È dunque la parte pittorica quella che con la sua ampiezza, la sua foga, il suo dinamismo vorticoso, con l’empito creativo del grande regista o stratega della composizione viene a costituire il vertice emozionale del dramma sacro del Gol- gota e di tutta la Nuova Gerusalemme varallese. Se per la parte scultorea si può trovare qualche premessa, qualche anticipazione seppur di minore ampiezza, con i Compianti sul Cristo morto in area piemonte- se e lombarda, e particolarmente con le terracotte del Mazzoni in area emiliana, nessun precedente si era visto in campo pittorico. Nessun ciclo di affreschi era stato concepito fino ad allora come un’unica, immensa scena, un’unica azione, senza soluzione di continuità. Neppure la celeberrima decorazione della cappella 532 Cappella - 38