Page 535 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Magi, Fuga in Egitto, Battesimo), erano particolari generici, d’invenzione. In altri episodi erano emergenti le rocce umide e muschiose dei nostri sottoboschi, già tanto lodate dal Lomazzo, ma erano pur sempre elementi anonimi, idealiz- zati (Resurrezione di Lazzaro, Deposizione, Resurrezione). Qui nel Calvario il pittore guarda direttamente fuori della cappella, verso mezzogiorno, e si ispira a quanto vede. Sulla parete, quasi ad annullarla, ci presenta i monti sulla sponda destra del Sesia, di fronte a Varallo, dominati dall’ inconfondibile cima della Res o Becco d’Ovaga. Al di sotto, tra i prati verdi, a creare una macchia luminosa e candida, inven- ta un’architettura ideale, un marmoreo tempietto, che Testori – ed altri dopo di lui – credettero rappresentasse la stessa cappella del Calvario, la quale però, come si è visto, era in origine molto diversa. Questo edificio piuttosto riecheg- gia, con fantasiosa libertà, col suo svelto porticato di facciata e l’ampio tetto a due spioventi, la cappella di Loreto alle porte di Varallo. Sulla parete opposta dell’aula, sul lato verso nord, quasi a fare da elemento di rispondenza, al di sopra della porta, compaiono “alcuni poggi ineguali”, come scrissero il Bordiga e il Pianazzi nell’Ottocento, ad accogliere il gruppo notissi- mo delle madri con bambini. In fine, sulla parete di facciata, tra le due originarie finestre, ossia tra le due porte attuali, Gaudenzio inserisce, tra varie figure di vecchioni, un centro abita- to, ovviamente la città di Gerusalemme, che si ricollega per vari aspetti alla fan- tasiosa Gerusalemme raffigurata nella Crocifissione della parete divisoria della Madonna delle Grazie, ma in tono meno aulico, meno monumentale. Una città che con troppa disinvoltura si è ripetutamente voluto identificare col borgo di Varallo attorno al 1520-25, ma che con Varallo non ha nessun rapporto se non quello del corso d’acqua, immaginato quale Mastallone. Ma nulla hanno a che vedere le mura e la porta turrita d’ingresso, che ricompariranno molti anni dopo nei tardissimi affreschi già in S. Maria della Pace a Milano (ora nella Pinacoteca di Brera). Né tanto meno vi è corrispondenza tra il ponte in legno con quello tuttora esistente sul Mastallone, eretto in muratura l’ultima volta fin dal 1417 e quindi già così sempre visto dallo stesso Gaudenzio. Caratteristiche e particolarità del ciclo pittorico. Molti sono gli elementi, i soggetti, gli aspetti le originalità, le singolarità, le novità iconografiche che contraddistinguono l’irripetibile, unitario ciclo pitto- rico del Calvario varallese, d’un respiro creativo veramente globale. Già l’ammasso di nubi dense ed incombenti, che si espande su tutta la volta Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 535