Page 471 - Libro Sacro Monte di Varallo
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cenni successivi con Giovanni d’Enrico, si articola in gruppi, in episodi mino- ri, giustapposti, o addirittura contrapposti a quello fondamentale. Fra i tanti personaggi caratteristici per i gesti esagerati e spavaldi, per le mimiche facciali d’una popolaresca, impressionante verità, che rasenta spesso la caricatura, si in- contrano figure che si ritroveranno sul vicino Calvario gaudenziano, riprese con diligente attenzione nei costumi, nei caratteri somatici, nelle deformità che le contraddistinguono, mutate solo negli atteggiamenti. Così il soldato dal vistoso naso adunco, col grande scudo lungo, qui fissato nell’atto di sferrare un calcio contro Gesù, ritorna nella Crocifissione di Gaudenzio chino a giocare ai dadi con altri compagnoni la veste del Signore. Così l’impressionante sgherro dal mostruoso gozzo e dai mille altri difetti, di cui ha trattato recentemente Mario Remogna, che sta per vibrare una bastonata contro il Redentore caduto a terra, si rifà a quello sul Calvario che sporge su di una lunga canna al Cristo in croce la spugna imbevuta di aceto. Così pure il gruppo di destra della Vergine con le pie donne e Giovanni, deriva direttamente per la fattura ed i costumi da quello del Golgota. Si crea in tal modo una continuità, un legame serrato, una successione quasi cinematografica tra un mistero e l’altro, come, con acuto senso psicologico, vo- levano le direttive vescovili dell’attentissimo monsignor Bascapè. Altre figure più indipendenti rivelano poi il nervosismo fremente, talora qua- si spiritato ed ossessivo che il Tabacchetti imprime ai suoi attori, tanto da non stupirci come possa essersi diffusa a Varallo la diceria, riferita dal Fassola e dal Torrotti, che lo statuario sarebbe impazzito mentre modellava le figure della Visitazione. Spicca in primo piano il gruppo della madre che addita il Cristo al suo bambi- no, un chiaro invito, un’eloquente indicazione per gli stessi visitatori ad appun- tare il loro sguardo sul protagonista prima di disperderlo sui vari gruppi, o su particolari curiosi e di facile attrazione. Così soprattutto attira lo sguardo sulla destra il complicato affastellarsi su di un cammello di una donna dagli occhi sgranati, d’un bimbetto che gioca con un cane irrequieto e di un vivace moretto: un insieme esotico, tutto percorso da un incontrollabile fremito vitale. Messo in evidenza già nel Seicento è il gruppo successivo con una donna che “sta a cavallo con un Giudeo avanti ed un figlio nel braccio sinistro, attaccandosi con il destro al Giudeo”,come scrive il Fassola. Significativo quanto riferisce a proposito di questo gruppo poco dopo il Torrotti: “Certi Cavalieri Veneziani offrirono pagarla a peso d’oro, ma è crimedi lesa maestà alla Nuova Gierusalemme il solo pensar questo”. E subito di seguito il buon canonico Torrotti aggiunge: Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 471