Page 466 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Il complesso scultoreo - L’incarico al Tabacchetti Come si è visto, la struttura architettonica della Salita al Calvario dovette venir condotta a termine verso la fine del 1596, perché già il 25 Gennaio del ‘97 il vescovo Bascapè, con la sollecitudine e la zelante attenzione che sempre lo hanno animato, invia ai fabbricieri del Monte la descrizione di come raffigurare la scena entro la cappella. La lettera (di cui mi ha fornito copia con molta genti- lezza il professor Longo) così dice: “Ai Fabriceri del Sacro Monte di Varallo - Pax Cristi - Con questa vi si manda scrittura di quello che deve contenere la cappella nuova dove si rappresenti il Salvatore che porta la Croce. Farete che cotesti artefici ci mandino poi i disegni conforme alla detta scrittura acciocchè il tutto si faccia con quella convenienza che richiede il luogo. Il Signore vi benedica –Novara, 25 Gen- naio 1597”. Non ci è però giunta l’allegata descrizione “di quello che deve contenere la cappella nuova”, ma la conosciamo comunque grazie ad un’altra lettera che il 14 Marzo successivo Monsignore invia aggiungendo altre importanti indicazioni. Tra l’altro scrive: “ Ci è stato caro, come sarà sempre, quello che ci havete proposto intorno alle imagini della nuova capella, perciò che desideriamo che ognuno aiu- ti la convenienza et il decoro di quel sacro luogo, che per ciò noi ancora pigliamo questa fatica. Et non ci assicuriamo di havere nella mente bene il sito, quanto al collocare le immagini et misterii ci rimettiamo a’ presenti et periti, i quali hab- biano risguardo non solo alla bellezza esteriore ma anche alla pietà et godimento de’ misteri pii in si fatta collocazione. Ma quanto alla elletione di esse imagini et misterii approviamo bene che vi si ponga…. la Veronica et il Sudario, improntato della faccia del Salvatore, ma non ci si metta Simone Cireneo, né i ladri con le loro croci, né si facciano le Marie et S. Giovanni (ove) rivolto il Signore paia dire Filiae Hierusalem etc…., ma turba di donne col popolo. Non si manchi di metter qui il misterio d’Isaac che porta la legna, che questo è suo proprio luogo. Mi par bene che si pongano profezie a proposito del misterio, et potranno essere queste: Factus est principatus super humerus eius (Is.52). Sicut ovis ad occisionem ducetur (Is.52). Ego quasi agnus mansuetus qui portatur ad victimam (Jerem.11) et quello dello evangelio: Qui vult venire post me tollat crucem suam et sequatur me (Mat.8)”. Sono indicazioni di notevolissimo interesse perché rivelano come la realizza- zione figurativa del mistero (e non solo in questo caso) non fosse lasciata all’ar- bitrio, od all’estro dell’artista, ma dovesse conformarsi alle direttive puntuali del Vescovo, soprattutto dal punto di vista iconografico. Ma ci rivelano anche l’interesse, la passione, la sollecitudine del Bascapè perché il mistero riuscisse nel modo più soddisfacente possibile, sia dal punto di vista estetico, sia come amma- 466 Cappella - 36