Page 416 - Libro Sacro Monte di Varallo
P. 416
ma si trova invece la loggia vera, da cui, attraverso le grate, i pellegrini si soffer- mano ad ammirare stupefatti la scena ed a meditarla. Al di là delle gallerie, o ambulacri dipinti, lo spazio si dilata in tre direzioni verso vedute paesistiche, o verso altre architetture colte in ardite prospettive, a differenza di quanto avve- niva nella Prima presentazione a Pilato in cui la scenografica fuga prospettica di fondo costituiva il fulcro di tutto il ciclo pittorico. Tra queste auliche strutture architettoniche, a cui deve aver contribuito per l’ideazione il consiglio del fratello statuario, ma anche architetto, si dispiegano i gruppi figurativi in quasi ininterrotta sequenza e si collocano i vari episodi evan- gelici collegati all’azione centrale, secondo un piano chiaramente coordinato con i fabbriceri, o da loro espressamente richiesto. Descrizione degli affreschi del Tanzio Subito sul lato destro, purtroppo poco godibile dai riguardanti, si trova, o me- glio, irrompe la scena di Barabba che esce dal carcere, già raffigurato dal Moraz- zone nella cappella precedente dell’Ecce Homo, espressa con un impeto travol- gente, una dinamica intensa, un’arditezza impressionante, tanto che il gruppo sembra veramente balzare fuori dalla parete e slanciarsi nell’aula. Ed è proprio qui che una delle figure dipinte, colta nell’atto di scendere lo scalino, si tramuta da pittura in scultura con la parte anteriore del piede sinistro ormai entrata nella sala e modellata in terracotta. Al di sopra, nel timpano curvilineo della porta da cui avanza il gruppo di Barabba, spicca a chiaroscuro una testa alta maschile con i capelli scarmigliati e lo sguardo severo. È una semplice maschera decorativa, un angelo dolente? L’u- nico che l’abbia notata e presa in considerazione è stato finora il Cusa, che non ha esitato a definirla un ritratto, aggiungendo: “il cui tipo sembra degli uomini di Alagna... È una faccia artistica e poetica esprimente molta penetrazione nella spaziosa fronte e nello sguardo ricercatore, sicché si può ritenere pel ritratto stesso del Tanzio...”. Una ipotesi indimostrabile di un autoritratto del pittore che viene ad aggiungersi a quello, pure indimostrabile, nel personaggio dipinto sulla loggia del mistero di Gesù condotto per la prima volta a Pilato. Segue sullo stesso lato, entro l’arcone, il vociante corteo di soldati, sgher- ri, giudei e curiosi che in massa si sono spostati dalla vicina cappella dell’Ecce Homo, venendo dietro a Gesù espressi sempre con la stessa potente energia, con la consueta, inesauribile variazione di forza espressiva ed eloquenza tumultuan- te di gesti e di mani agilissime. Dietro, sull’alto è rappresentato l’assedio e l’incendio di Gerusalemme per 416 Cappella - 34
   411   412   413   414   415   416   417   418   419   420   421