Page 419 - Libro Sacro Monte di Varallo
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grafica, d’una rara e magistrale sapienza esecutiva, d’un’eccezionale sicurezza di tratto, d’un’immediatezza e d’una forza vitale rarissime. Attorno ad alcuni si sono però sviluppate anche delle discussioni critiche. Così è avvenuto per il più noto, quello della Pinacoteca di Varallo con Due teste di valligiani e sul retro Un paesaggio. Le due teste, indagate con un’acutezza quasi spietata si riferiscono agli affreschi della parete di fondo, a sinistra del tro- no di Pilato. Il Testori le considera: “uno dei risultati più sorprendenti” dell’ opera del Tanzio, tanto da affermare che non si trova: “nulla di simile, dopo il Caravaggio, nel secolo intero”. L’assegnazione al Tanzio è messa però in dubbio dal Borsa, che considera il disegno copia del dipinto, ritenendo originale studio preparatorio un analogo foglio con lievi varianti, al Staatliche Museen di Berlino (già attribuito dal Be- renson al Bronzino). Sebbene sia impossibile, senza un approfondito confronto diretto dei due disegni, ed anche della carta e delle filigrane, dare una risposta pressoché defini- tiva, è ben difficile pensare che un altro pittore valsesiano, successivo al Tanzio, abbia proprio esattamente e casualmente copiato dall’affresco nel disegno varal- lese le due stesse teste che il Tanzio aveva tracciato come esercizio preparatorio, ancor in fase evolutiva, da perfezionare e completare nel foglio oggi a Berlino. Penso dunque che si debbano considerare ambedue delle prove successive, tutte due autografe: quella berlinese in un primo momento, con ancora alcune varianti ed alcune parti incomplete rispetto alla redazione finale; quella di Va- rallo invece, ormai condotta alla sua definitiva completezza, anche nella colloca- zione delle due teste, in modo da essere il vero modello da tradurre in affresco. Sempre tra i disegni preparatori è notevolissima la sanguigna, resa nota dalla Neilson, relativa ai due uomini che avanzano uscendo dalla porta (Londra, Uni- versity College). Alla cappella di Pilato si lava le mani il Testori riferisce pure una Figura di guerriero, conservata nella raccolta della Pinacoteca varallese, attribuzione che però viene messa in dubbio dal Rosei e dal Bora. È poi ancora da citare un altro foglio di gran qualità, a matita nera, per uno degli angioletti in volo con cartiglio, e forse riguardano sempre la cappella alcuni altri abbozzi a sanguigna per figure maschili e per numerosi particolari di mani e di braccia. La datazione di tutti questi disegni, trattandosi di particolari e non di bozzet- ti generali delle singole pareti o di interi gruppi di figure deve quindi collocarsi in un momento in cui il ciclo pittorico era già avviato. In particolare quelli dei Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 419