Page 424 - Libro Sacro Monte di Varallo
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presentazione di Gesù a Pilato, così anche la cappella della Condanna non con- fina con quella di Pilato si lava le mani che la precede, ma ne è separata dall’in- serirsi tra esse della parte superiore dell’aula che costituisce al piano terreno la Seconda visita di Gesù a Pilato, rivolta verso la retrostante piazza oggi detta dei Tribunali, ma che si sviluppa in altezza anche su buona parte del primo piano, come si può constatare nelle due planimetrie del Palazzo, rilevate dall’architet- to Silvia Pizzetta e pubblicate sul Bollettino dell’ottobre 1992. Poco probabile quindi appare l’esistenza di un corridoio di collegamento tra la Lavanda delle mani e la Condanna, che stando alle due guide del 1994 e 1995 pubblicate sotto gli auspici della Regione Piemonte, sarebbe stato murato nell’Ottocento e di cui nessuno studioso del Sacro Monte aveva mai prima fatto cenno. La cappella della Condanna si trova dunque all’angolo nord-ovest del Pa- lazzo e sovrasta esattamente quasi tutto l’androne d’ingresso al Palazzo dalla Piazza dei Tribunali, la cappella della Flagellazione e la Coronazione di spine, massa superstite dell’originario Monte degli Ulivi, in gran parte sbancato per erigere all’inizio del secolo XVII il Palazzo di Pilato, ed in gran parte appunto conglobato nelle strutture dell’edificio stesso. Anzi, proprio nella cappella della Condanna, come già notava il Galloni nel 1914: “La roccia si mostra ancora nel piano superiore, sotto il pilastro che divide il davanzale della Condanna... e, vicino al pilastro, lungo la radice della parete, dentro la Cappella, verso sud-ovest, nel punto rispondente al disotto all’inter- stizio chiuso tra la Flagellazione e la Incoronazione di spine, rimasto nello stato primitivo”. In quel punto che nel Sacro Monte delle origini costituiva la pro- paggine estrema del Monte degli Ulivi, di cui si è a lungo parlato trattando della cappella attuale del Tabor e del Palazzo di Pilato, sorgeva un tempietto circolare, che il Galloni credette di poter identificare con l’Ascensione, perché in quel pun- to la voleva collocare l’Alessi nel piano elaborato nel “Libro dei misteri”, ma che già il vescovo Carlo Bascapè nella sua prima visita del 1593 definisce come cappella “destinata” all’Ascensione. Infatti, come più volte ho potuto dimostra- re e ribadire, sia trattando della primitiva configurazione del Sacro Monte sul Bollettino Storico di Novara nel 1978, sia scrivendo sulla cappella del Tabor e di S. Pietro penitente, non si trattava dell’Ascensione, ma della cappella del Viri Galilei, come conferma anche la sua disposizione topografica che ripeteva fedel- mente quella di Gerusalemme. Infatti tuttora nella città di Davide, sul Monte degli Ulivi, sono ben distinti e distanziati i due tempietti dell’Ascensione, più ad oriente, poi, dopo un avvallamento con la cappella dell’Annunzio a Maria della sua prossima fine, di nuovo sull’alto, ad occidente, quello del Viri Galilei. 424 Cappella - 35
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