Page 428 - Libro Sacro Monte di Varallo
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a focalizzare la condanna di Gesù. Venti o venticinque anni dopo l’esecuzione dell’affresco laniniano con la Condanna nell’antica Cappella della Flagellazione, Galeazzo Alessi nel suo pro- getto globale di ristrutturazione e completamento del Sacro Monte, ossia nel Libro dei Misteri, databile attorno al 1568, si propone di dedicare una cappella alla Condanna a morte di Gesù, o Sentenza di Pilato. Nella lunga descrizione introduttiva al Libro l’Alessi elenca attentamente le scene da realizzare nella futura Casa di Pilato che avrebbe dovuto sorgere in parte dell’area oggi occupata dalla Basilica dell’Assunta. Esse sono: Gesù “bat- tuto alla Colonna, coronato di spine; mostrato al Popolo - Tutto flagellato; et finalmente condannalo a acerbissima morte”. Stupisce molto però che più avan- ti nello stendere il progetto del Palazzo, la Condanna non trovi più posto. La didascalia che affianca la planimetria dell’edificio così dice:” Quivi si dimostra all’incontro (cioè nella pagina di fronte) la pianta della Casa di Pilato, nella quale si vederà N(ost)ro S(igno)re alla Colonna, coronato di spine, mostrato al popolo, et esso Pilato lavarsi le mani, come si vede nel seguente suo dissegno”. E ciò trova conferma esalta nei vari disegni del Palazzo. Dunque nel proget- to definitivo tutti gli altri misteri rimangono invariati, solo la Condanna viene sostituita con Pilato si lava le mani. La ragione per ora ci sfugge. Forse poteva sembrare figurativamente più efficace, più rappresentativo il secondo progetto. Comunque la “Casa di Pilato” ideata dall’Alessi non verrà mai costruita. Tuttavia nelle varie guide stampate negli ultimi due decenni del secolo XVI (1583, 85, 89, 99 ) nell’elenco delle cappelle, tra quelle da realizzare compare costantemente quella della Condanna, unificata però con Pilato si lava le mani. L’espressione della guida del 1583, ripetuta con lievi varianti di forma in quelle successive, è: “e se gli aggiungierà come fu mostrato al popolo, e come Pilato si lavò le mani, nel volerlo sententiare”. Solo in quella del 99 l’espressione sembra riferirsi unicamente alla scena di Pilato si lava le mani, infatti suona così: “come Pilato si lavò le mani avanti il sententiasse”. Intanto è diventato vescovo di Novara monsignor Carlo Bascapè, che sale zelante al Sacro Monte il 24 settembre 1593 dopo pochi mesi dal suo ingresso in diocesi. Ma anche lui in questa sua prima visita, nello stabilire i vari misteri della passione da erigere ex voto o da spostare, cita la Flagellazione, Gesù deriso e coronato di spine, Gesù condotto davanti a Pilato, davanti a Erode e davanti al popolo, non elenca invece né Pilato che si lava le mani, né la Sentenza di morte. La relazione si limita sbrigativamente a conchiudere così: “et siculi explica- ius descri-bentur et a R(everendissi)mo D(omino) probautur”, ossia: “come più 428 Cappella - 35
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