Page 432 - Libro Sacro Monte di Varallo
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per qualche mistero particolare. Solo in pochi casi le cappelle vengono popolate di statue appena pronto il contenitore architettonico, e sono precisamente la Coronazione di spine attorno al 1608 e l’Ecce Homo (1608-10), e quindi appun- to la Condanna. Quale la ragione di dare la precedenza alla Condanna piuttosto che a Pilato si lava le mani, costruite contemporaneamente? La ragione in questo e in altri casi analoghi doveva essere costituita dalla ri- cerca del pittore più adatto e più prestigioso, fuori dall’ambito del Sacro Monte e dalla stipulazione del contratto con lui. Per la scultura non esisteva alcun pro- blema trovandosi sul luogo e valentissimo, sempre attivo alle dipendenze dei fabbriceri il maestro, anche se talvolta eseguiva qualche statua o qualche gruppo da inviare altrove, come quelli per Novara, ma voluti dal vescovo stesso, o altri, come ricorderà la liquidazione fatta al maestro il 12 maggio 1640. Per il pittore bisognava al contrario impegnarsi in anticipo per trovarlo di alto livello e disponibile. Era poi saggio accorgimento dettato dall’esperienza, che ci fosse intesa preventiva tra i due autori: scultore pittore, per la regia complessiva del mistero e vicinanza, anzi, possibilmente stretta continuità cronologica d’e- secuzione per un più pieno ed unitario risultato d’insieme, per la più stretta ed efficace rispondenza e fusione tra parte plastica e parte dipinta. Bisognava quin- di che si trovasse il pittore valente e possibilmente già esperto riguardo all’im- presa del Sacro Monte di Varallo. perché ci si potesse intendere tra i due artisti ed anche con i fabbriceri, per quanto possibile prima che lo scultore desse inizio alla sua parte. Ora il pittore di chiara fama, richiesto da varie parti per prestigiosi incarichi e molto esperto delle cose del Sacro Monte c’era. Era il Morazzone, che aveva già affrescato la vasta cappella della Salita al Calvario (1607-8) e stava dipingendo l’altra non meno grandiosa ed impegnativa dell’Ecce Homo, e per quanto non fosse molto sollecito nel rispettare le clausole dei contratti, non bi- sognava lasciarselo sfuggire, e quindi si stipulerà con lui l’atto di allogazione per gli affreschi della Condanna già il 10 novembre 1610, quando il d’Enrico forse dava appena inizio alla modellazione delle statue. Ma perché proprio la Condan- na e non Pilato si lava le mani, la cui aula era pure ormai disponibile? Forse la scelta tra le due fu dovuta alla rivalutazione di questo mistero, dopo che negli ultimi decenni del Cinquecento e nel primo lustro del Seicento era stato completamente ignorato. Ora ci si rendeva conto della sua importanza fondamentale rispetto a quella secondaria, o marginale del gesto, pur significativo, ma non determinante del lavarsi le mani da parte di Pilato. Per di più l’aula destinata alla Sentenza era di dimensioni notevolmente supe- 432 Cappella - 35
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